«Mi piace pensare alla cultura come al saper vivere. Potremmo dire che la cultura è l’autocoscienza della vita stessa. All’opposto della cultura sta un’ignoranza che non è interessata a ricercare il senso delle cose. Il nemico da combattere è l’indifferenza, il lasciarsi vivere, la superficialità, la chiacchiera, lo slogan, la battuta, un sentire istintivo». È un passaggio dell’omelia pronunciata dal vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada il 15 febbraio nella festa dei santi patroni Faustino e Giovita e di cui riproponiamo il testo integrale sul nostro sito. Un intervento di grande spessore tutto da leggere nell’anno in cui Brescia è insieme a Bergamo Capitale della cultura. Per noi è anche l’occasione per esprimere il nostro bentornato al vescovo dopo il lungo periodo di assenza per la malattia. A lui rinnoviamo la nostra vicinanza e il nostro sostegno.
Giovedì 2 marzo nella sede della Fondazione San Benedetto a Brescia si è svolto l’incontro con la scrittrice di origini armene Antonia Arslan che ha presentato il suo ultimo libro …
Il terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria, in questo caso accanendosi su popolazioni già martoriate dalla guerra che dura da quasi 12 anni, lascia senza fiato. «Un insostenibile male», come lo definisce Marina Corradi su Avvenire, «non trovando risposta né pace, di fronte al dolore innocente». Questa immensa tragedia colpisce una terra a cui come Fondazione San Benedetto siamo particolarmente legati. Nel 2017 abbiamo avuto ospite a Brescia il parroco latino di Aleppo padre Ibrahim Alsabagh che ci ha testimoniato la difficilissima situazione della città rasa al suolo dai bombardamenti e ostaggio della guerriglia. Da allora raccogliendo il suo appello come fondazione ci siamo fatti carico di contribuire alla ricostruzione. Nel 2019 ad Aleppo è stata così inaugurata una palazzina sventrata dalle bombe e poi riedificata che adesso ha ridato una casa a otto famiglie. Il primo frutto di un impegno che continua.
In questi giorni ha colpito la notizia del suicidio di una studentessa all’interno di un’università milanese. Un fatto che per un attimo obbliga a porsi domande che normalmente rimangono sepolte e dimenticate nella distrazione generale. Davanti a queste notizie vengono in mente gli articoli in cui il grande scrittore e drammaturgo Giovanni Testori sul Corriere e sul settimanale Il Sabato si occupava di drammatici fatti di cronaca. Come scrive Alessandro Gnocchi su il Giornale, Testori «sapeva cogliere l’eterno nelle storie considerate piccole soltanto da chi non era capace di comprenderle davvero». Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Testori e a lui sarà dedicata la serata di apertura del Mese Letterario il 13 aprile. Un’occasione per riscoprirlo. Leggendo Testori, scrive Gnocchi, «si rimane stupefatti: dove sono finiti i corsari da prima pagina, i Testori, i Pasolini, gli Sciascia e gli Arbasino?»
A 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni la lettura dei Promessi Sposi rimane un’esperienza che continua a riservare sorprese. La linguista e traduttrice Elena Mazzola ha appena pubblicato per …
In occasione della Giornata della Memoria vogliamo riproporre la lettura dell’editoriale di Ferruccio de Bortoli pubblicato nei giorni scorsi sul Corriere. «La memoria – scrive – è come un giardino. Va curata. Altrimenti si ricoprirà di erbacce. E i fiori dei giusti scompariranno. Divorati». Come Fondazione San Benedetto da qualche anno abbiamo fatto nostra questa frase di Goethe: «Quello che abbiamo ereditato dai nostri padri va riguadagnato per possederlo». L’abbiamo inserita anche nel testo fondativo in cui sul nostro sito ci presentiamo dichiarando il senso della nostra presenza e della nostra azione. È un altro modo per sottolineare quale sia il valore imprescindibile della memoria. In questo senso come fondazione non mancheremo nei prossimi mesi di proporre anche iniziative per la conoscenza della storia oggi troppo spesso trascurata o del tutto ignorata.
Società, politica e sistema dei media, è stato questo il tema della conversazione con il vicedirettore del Foglio Maurizio Crippa che si è svolta giovedì 2 febbraio alle 18.30 nella sede …
A Brescia si è aperto con l’intervento del presidente della Repubblica l’anno che vede la città, insieme a Bergamo, Capitale della Cultura 2023. La cosa ci interessa perché la Fondazione San Benedetto, sin dall’inizio, ha messo al centro della sua attività la cultura. Ne sono espressione iniziative come il Mese Letterario, che ha ricevuto il plauso del presidente Mattarella, e la Scuola di lettura e scrittura. Facciamo nostro quanto dichiarava in un’intervista nel 1976 Giovanni Testori, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita: «La cultura bresciana ha sempre avuto una funzione di opposizione ai grandi stilemi, ai grandi trionfalismi, anche ai grandi idealismi del Rinascimento». Come contributo alla riflessione proponiamo la lettura di un testo di Jean Clair, già conservatore del Centre Pompidou a Parigi e direttore del Musée Picasso e della Biennale di Venezia del Centenario. Parole chiare per sottolineare quale sia la posta in gioco.
«Mi pare che la Vita sia l’unica a cosa a cui gli uomini moderni non pensano mai in tutta la loro vita. Tutti sono assolutamente ignari di cosa sia la vita. Non conoscono altro che distrazioni dalla vita». Sono parole tratte da una conversazione radiofonica fatta alla BBC dallo scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton nel 1934 di cui proponiamo la lettura. Un invito a scoprire il valore della vita quotidiana, a non accontentarsi di «miseri sostituti alla gioia di vivere» e a non restare «sotto il dispotismo volgare» dell’intrattenimento.
Questo è anche il senso del percorso che la Fondazione San Benedetto propone ogni due settimane partendo dall’ascolto dei podcast delle lezioni di don Luigi Giussani sul senso religioso. Il prossimo appuntamento sarà giovedì 26 gennaio alle 18.45 nella sede di Borgo Wührer 119 a Brescia. La partecipazione è aperta a tutti.
In questo primo appuntamento del nuovo anno vogliamo ricordare Papa Benedetto XVI. La nostra fondazione ha iniziato a muovere i suoi primi passi nel 2005 quasi in concomitanza con l’elezione di Joseph Ratzinger al soglio pontificio. Nel 2009 durante la sua visita a Brescia abbiamo anche avuto la possibilità di incontrarlo personalmente. In tutti questi anni per noi è stato (e continuerà a esserlo) un costante punto di riferimento che ci ha sempre sorpreso per il fascino e la chiarezza della sua testimonianza. In questa occasione proponiamo la lettura dell’intervento che nel gennaio 2008 non gli fu consentito di fare all’Università La Sapienza di Roma. Un’esaltazione della ragione e un invito libero a «mantenere desta la sensibilità per la verità» oltre i pregiudizi e contro ogni riduzione ideologica.
Per augurarci buon Natale quest’anno abbiamo scelto due brani dai «Cori da “La Rocca”» di T.S. Eliot. In questi versi c’è anzitutto la percezione della disgregazione che riguarda tanto la vita di ciascuno quanto l’intera società. «Che vita è la vostra – domanda Eliot – se non avete vita in comune? Vivete dispersi su strade che si snodano come nastri, e nessuno conosce il suo vicino». Dentro la desolazione della vita senza significato in un preciso momento è però accaduto un evento sorprendente che ha ridato senso al tempo: è il fatto dell’Incarnazione, di Dio che si fa uomo. «Quel momento di tempo diede il significato.
Quindi sembrò come se gli uomini dovessero procedere dalla luce alla luce, nella luce del Verbo», scrive Eliot. Contraddizioni e limiti non sono cancellati, ma la tenebra dell’insignificanza è stata vinta. Per questo anche nel 2022 ha senso festeggiare il Natale.
Giovedì 22 dicembre nella sede della Fondazione San Benedetto in Borgo Wuhrer 119 a Brescia si è svolto l’incontro con il musicologo Enrico Raggi. È stato proposto l’ascolto guidato di …