«Tutte le cose contengono un presentimento d’amore». Sono parole di Roberto Benigni che giovedì ha compiuto 70 anni. In omaggio al grande artista toscano questa settimana vogliamo proporre attraverso un video alcuni passaggi del suo monologo sui 10 comandamenti. «Non bastiamo a noi stessi – diceva in quell’occasione – e non bisogna aver paura di morire, ma di non cominciare mai a vivere davvero. La vita è molto più di quello che possiamo capire noi, per questo resiste, se la vita fosse solo quello che capiamo noi, sarebbe finita da tanto, tanto tempo».
Le vendite di libri e giornali sono al minimo. Leggiamo sempre meno mentre dilaga la logica dei social che rende incapaci di riflettere, argomentare e dialogare. Si va verso la fine della parola scritta? Se lo chiede Antonio Socci in un articolo pubblicato su Libero che segnaliamo insieme a un intervento dello scrittore francese Michel Houellebecq tutto da leggere. Il Pil non può essere l’unico misuratore della ricchezza di un paese. Come Fondazione San Benedetto ne siamo profondamente persuasi. In questi anni abbiamo dato vita prima al Mese letterario, la rassegna dedicata alla riscoperta dei grandi autori della letteratura, e poi alla Scuola di lettura e scrittura Pierluigi Cappello (una scuola prima di tutto di lettura!). Grazie a queste iniziative in tanti sono stati mossi a scoprire il valore della lettura e della letteratura non come esercizio intellettuale, ma come straordinaria occasione di paragone e di giudizio sull’esperienza della vita.
Ieri, 15 ottobre, ricorrevano i cento anni dalla nascita di don Luigi Giussani. Proponiamo il ricordo che ne ha fatto sul quotidiano Il Foglio Eugenio Borgna, uno dei più importanti psichiatri italiani, oltre che scrittore molto apprezzato. Al fondatore di Comunione e Liberazione lo scorso 26 maggio la Fondazione San Benedetto ha dedicato un incontro pubblico che è possibile rivedere sul nostro sito. «La sua capacità di ascolto – scrive Borgna – era straordinaria, animata dalle parole e dai gesti, dal sorriso e dall’accoglienza, che sapeva donare alle espressioni della gioia e della sofferenza: a quelle degli altri, e alla sua».
In vista dell’insediamento del nuovo parlamento e della formazione del nuovo governo «si può sperare che gli attuali partiti evolvano verso forme e posizioni riconducibili a ideali chiari, come accade in altri Paesi? Sarebbe un passo molto importante». Lo scrive il professor Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà con la quale sin dall’inizio collabora la Fondazione San Benedetto. Un giudizio lucido e realista sull’attuale quadro politico nel quale ci riconosciamo. «A quali condizioni potrebbe verificarsi questo ritorno delle formazioni politiche italiane a concezioni ideali? Un siffatto cambiamento – sottolinea Vittadini – può avvenire solo per quei partiti che accetteranno di riconnettersi alle realtà sociali ispirate a ideali di bene comune».
«Per Freud, Marx o Nietzsche forse sono un illuso, ma io Cristo me lo tengo stretto, come Dostoevskij. Non mi serve a farmi piacere la vita, ma a fare della vita un piacere». Sul Corriere della Sera del 24 settembre lo scrittore Alessandro D’Avenia dedica il suo ritratto d’autore a Gesù. «Non è la favola che spinge a puntare sull’aldilà, ma una sfida lanciata all’aldiquà – scrive -. Per me Cristo è vita che sveglia la vita».
Un interessante ritratto tutto da leggere di Sergio Marchionne firmato da Massimo Gramellini sul Corriere della Sera del 19 settembre. Dalla globalizzazione al capitalismo che manda in miseria il ceto medio, dal rapporto con la politica a quello con gli operai e il sindacato, ecco cosa pensava l’ex amministratore delegato della Fiat scomparso nel luglio 2018. Con un pensiero anche alla scuola che deve anzitutto “dare gli strumenti non per trovare un lavoro ma per aprire la testa: è così che troverai anche un lavoro”.
Le democrazie appaiono oggi fortemente indebolite. Sembrano inadatte ad affrontare in modo adeguato problemi di portata mondiale come per esempio quelli legati al cambiamento climatico. Eppure i sistemi democratici rimangono l’unica via per contribuire alla costruzione del bene comune attraverso la responsabilità di tutti e la cooperazione dei diversi soggetti sociali. Su questo tema proponiamo un estratto della lectio del presidente uscente della Corte Costituzionale Giuliano Amato tenuta giovedì all’Università di Roma La Sapienza in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico.
Mentre si avvicina la scadenza elettorale del 25 settembre proponiamo la lettura dell’articolo di Michele Brambilla pubblicato sul quotidiano Il Foglio. Sono ormai tre elezioni di fila che gli italiani o non vanno a votare o votano chi dice che fa tutto schifo. «È la classe politica il problema del paese? Oppure il male è la mancanza di fiducia nel futuro?», si domanda Brambilla. Ma un popolo senza fiducia non ha futuro. Per ritrovarla bisogna pensare all’Italia degli anni 60, che sorrideva e guardava avanti.
Dal Corriere della Sera del 27 agosto la risposta di Aldo Cazzullo alla lettera di un lettore sul Meeting di Rimini. Il Meeting esiste da oltre quarant’anni e continua a sorprendere soprattutto perché è un luogo dove si può fare un’esperienza vera, dove si respira un’aria diversa. Come Fondazione San Benedetto quest’anno abbiamo sostenuto nell’ambito del Meeting la realizzazione della mostra sul beato Rosario Livatino, giovane magistrato siciliano ucciso dalla mafia nel 1990. È di questi luoghi che oggi c’è assoluto bisogno e soprattutto i giovani spesso faticano a trovarli. Come il Meeting la San Benedetto è uno di questi luoghi. Siamo consapevoli di essere una minoranza, una piccola cosa, ma ci siamo. Se in tutti questi anni la nostra azione fosse stata dettata da un obiettivo politico o dalla reazione a qualcuno o a qualcosa, da tempo si sarebbe esaurita.
Quella di oggi è la nostra ultima newsletter prima della pausa estiva. Vogliamo proporvi due articoli di due amici della Fondazione San Benedetto come spunto per un giudizio in vista della campagna elettorale e del voto del 25 settembre. Due articoli che analizzano in modo chiaro il male che da tempo attanaglia la politica e il compito a cui ciascuno è chiamato. Il primo è di Mario Mauro, già ministro della Difesa, e il secondo di Alberto Mingardi, direttore dell’Istituto Bruno Leoni. Insieme invitiamo alla lettura di un testo di Edgar Morin, schegge di saggezza di uno dei più acuti intellettuali contemporanei. Come abbiamo sottolineato la scorsa settimana, prima della politica c’è sempre la vita e queste parole aiutano a ricordarcelo e a scoprire, come scrive Morin, «la Realtà che si nasconde dietro le nostre realtà».
Buone vacanze! L’appuntamento con «Fissiamo il pensiero» tornerà a inizio settembre.
Il tema obbligato del nostro appuntamento domenicale questa settimana dovrebbe essere la crisi di governo con il ritorno al voto. Su quanto accaduto come fondazione ci siamo fatti un giudizio e non mancheremo di condividerlo presto con chi ci segue. Oggi vogliamo invece proporvi la lettura di un articolo di Marina Corradi, apparso su Avvenire, dedicato a un fatto di cronaca di questi giorni: a Milano una madre ha abbandonato in casa da sola, per sei giorni, una bambina di 18 mesi facendola morire. Una vicenda inaudita sintomo di una grave situazione di malessere, disagio e irresponsabilità che investe tutta la società. Un problema che riguarda anche la politica ma che viene ben prima ed è molto più profondo. Non dobbiamo mai dimenticare che prima della politica c’è la vita.
La morte di Eugenio Scalfari segna la scomparsa di un protagonista che ha inciso in modo significativo sul cambiamento della scena culturale, sociale e politica dell’Italia negli ultimi settant’anni. Sul tema, dal quotidiano online ilsussidiario.net, questa settimana segnaliamo l’articolo di Giacomo Scanzi, una lettura critica del ruolo svolto dal fondatore de L’Espresso e di Repubblica.