La Fondazione San Benedetto nasce a Brescia il 19 luglio 2005 dall’iniziativa di alcuni amici desiderosi di sperimentare gli insegnamenti di don Luigi Giussani. Un’amicizia che da subito si è aperta ad altre persone, di svariate provenienze, che si sono coinvolte ravvisando un interesse per la propria vita. Quindi non certo per proselitismo (parola per fortuna in disuso e del tutto estranea a don Giussani), bensì per un’attrattiva, figlia di incontri del tutto casuali. Chi non desidera l’abbraccio amichevole e disinteressato di un’altra persona? Don Giussani ripeteva spesso a chi incontrava che «può non interessarvi l’aldilà, ma non il centuplo quaggiù».
Oggi dopo tanti anni, sono davvero molte le iniziative intraprese, dal campo educativo a quello culturale e al più largo ambito della carità, tutte documentate nel nostro sito. Ciò che ci ha spinto è stato il desiderio di essere noi stessi fino in fondo, certi di quanto affermava Fëdor Dostoevskij in una lettera al fratello Michail: «La vita è vita ovunque, la vita è dentro di noi, non al di fuori. Intorno a me ci saranno altri uomini, ed essere un uomo tra gli uomini e rimanerlo per sempre, qualunque disgrazia capiti, senza lamentarsi, non perdersi d’animo – ecco in che cosa consiste la vita, qual è il suo scopo».
Quanto facciamo è anche nel solco del percorso compiuto tanti secoli fa da San Benedetto, da cui prendiamo il nome. Nell’Europa devastata dalle incursioni dei barbari, in cui nulla era rimasto in piedi, ricostruì una nuova forma di civiltà.
Essere donne e uomini fino in fondo vuol dire anzitutto cercare una risposta al desiderio insopprimibile di verità e bellezza che è nel cuore di ciascuno. Cercare ultimamente chi e che cosa ci potrebbe liberare dalla paura della morte. È questa la scintilla che mette in moto le persone, prima ancora di qualunque progetto, e spinge ad andare oltre gli schemi e le consuetudini sociali. È la stessa sfida emblematicamente indicata dalla figura di Ulisse che non si fa rinchiudere negli orizzonti limitati delle proprie sicurezze o di qualche comoda rendita di posizione, ma desidera il «mare aperto». Da questa posizione nasce una passione per la realtà che non si accontenta di subire passivamente il corso degli eventi sfociando inevitabilmente nel nichilismo e in una ritirata dalla vita da cui bisogna solo difendersi.
La nostra sede a Brescia, in Borgo Wührer 119, è il punto d’incontro e il cuore della vita della fondazione. Un luogo reale, non virtuale, aperto a tutti, dove le persone possono vedersi per dialogare e confrontarsi.
«Quando le persone smettono di leggere – di dare un senso al testo su una pagina – perdono anche la capacità di dare un senso al mondo. In gioco c’è nientemeno che il destino dell’umanità, data l’intima connessione tra la parola scritta e la civiltà stessa». Lo scrive l'economista e saggista britannico Niall Ferguson in un articolo pubblicato il 16 novembre sul quotidiano inglese The Times di cui vi invitiamo a leggere una sintesi sul nostro sito. Un intervento che segue di qualche giorno un editoriale di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera nel quale veniva evidenziato «il progressivo abbandono della lettura», in questo caso riferito al nostro paese. «Qui ne va davvero dell’avvenire del Paese - scriveva -, della qualità civile e umana degli italiani. Solo la lettura risveglia la mente, alimenta l’intelligenza, rende liberi. Tutte cose di cui c’è un gran bisogno». Il 22 novembre è stato…
«Quando le persone smettono di leggere – di dare un senso al testo su una pagina – perdono anche la capacità di dare un senso al mondo. In gioco c’è nientemeno che il destino dell’umanità, data l’intima connessione tra la parola scritta e la civiltà stessa». Lo scrive l'economista e saggista britannico Niall Ferguson in un articolo pubblicato il 16 novembre sul quotidiano inglese The Times di cui vi invitiamo a leggere una sintesi sul nostro sito. Un intervento che segue di qualche giorno un editoriale di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera nel quale veniva evidenziato «il progressivo abbandono della lettura», in questo caso riferito al nostro paese. «Qui ne va davvero dell’avvenire del Paese - scriveva -, della qualità civile e umana degli italiani. Solo la lettura risveglia la mente, alimenta l’intelligenza, rende liberi. Tutte cose di cui c’è un gran bisogno». Il 22 novembre è stato…
«Quando le persone smettono di leggere – di dare un senso al testo su una pagina – perdono anche la capacità di dare un senso al mondo. In gioco c’è nientemeno che il destino dell’umanità, data l’intima connessione tra la parola scritta e la civiltà stessa». Lo scrive l'economista e saggista britannico Niall Ferguson in un articolo pubblicato il 16 novembre sul quotidiano inglese The Times di cui vi invitiamo a leggere una sintesi sul nostro sito. Un intervento che segue di qualche giorno un editoriale di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera nel quale veniva evidenziato «il progressivo abbandono della lettura», in questo caso riferito al nostro paese. «Qui ne va davvero dell’avvenire del Paese - scriveva -, della qualità civile e umana degli italiani. Solo la lettura risveglia la mente, alimenta l’intelligenza, rende liberi. Tutte cose di cui c’è un gran bisogno». Il 22 novembre è stato…
«Quando le persone smettono di leggere – di dare un senso al testo su una pagina – perdono anche la capacità di dare un senso al mondo. In gioco c’è nientemeno che il destino dell’umanità, data l’intima connessione tra la parola scritta e la civiltà stessa». Lo scrive l'economista e saggista britannico Niall Ferguson in un articolo pubblicato il 16 novembre sul quotidiano inglese The Times di cui vi invitiamo a leggere una sintesi sul nostro sito. Un intervento che segue di qualche giorno un editoriale di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera nel quale veniva evidenziato «il progressivo abbandono della lettura», in questo caso riferito al nostro paese. «Qui ne va davvero dell’avvenire del Paese - scriveva -, della qualità civile e umana degli italiani. Solo la lettura risveglia la mente, alimenta l’intelligenza, rende liberi. Tutte cose di cui c’è un gran bisogno». Il 22 novembre è stato…

