L’economia italiana non è arretrata come vorrebbe «una vecchia vulgata che ormai ha decisamente stancato». A dirlo, numeri alla mano nel confronto con Francia e Germania, un osservatore autorevole come l’economista Marco Fortis in un articolo sul Sole 24 Ore. I dati dicono che siamo in presenza di un’economia «forte e moderna» che può diventare ancora «più dinamica». Una lettura della realtà italiana che non nega i problemi ma va oltre gli stereotipi negativi a cui siamo abituati, e che potrebbe essere applicata a molti altri ambiti della vita sociale. Esaurire tutto nella polemica politica da talk show nuoce gravemente al paese. Siamo convintamente europeisti, ma nel solco della sua storia e del suo spirito originario, l’Europa non può diventare un «sovranazionalismo astratto, dimentico della vita dei popoli», come ha denunciato Papa Francesco venerdì a Budapest. Per questo oggi diciamo che chi vuole bene all’Italia, vuol bene all’Europa.
Mentre a Brescia è in pieno svolgimento il Mese Letterario con una straordinaria risposta di pubblico, nel nostro appuntamento domenicale, questa settimana vogliamo segnalare la bella intervista rilasciata da Sergio Mattarella al Corriere in occasione dell’apertura a Parigi del Festival del libro. Il presidente della Repubblica sottolinea che «il libro, come ogni altra modalità di espressione della creatività umana, rappresenta uno strumento di condivisione della conoscenza. Leggere è essenziale, (…) potrebbe aiutarci a comprendere lo spirito con cui va guardato il mondo». Non è la prima volta che Mattarella interviene pubblicamente per affermare il valore della lettura. In questa occasione ricordiamo anche la lettera autografa che nel 2015 inviò alla Fondazione San Benedetto per esprimere il suo vivo apprezzamento per l’iniziativa del Mese Letterario. È l’unica personalità con un ruolo pubblico ad averlo fatto in questi anni e gliene siamo grati.
Segnaliamo l’intervento sul tema dell’educazione del presidente della Fondazione San Benedetto Graziano Tarantini pubblicato sul Giornale di Brescia come contributo al dibattito aperto da don Fabio Corazzina. «Dopo gli anni della pandemia si è accentuata la tendenza a guardare ai giovani riducendoli anzitutto a una serie di problemi – si legge nell’articolo -. Che si tratti di sicurezza, di disagio psicologico, di rapporto difficile con la scuola, di dipendenza dai social, ecco belle e pronte le analisi degli esperti che ci spiegano la situazione e le relative ricette da applicare. Credo invece che la prima cosa da ribaltare sia proprio questo approccio che «spezzetta» la personalità dei ragazzi a secondo dei problemi emergenti o dei contesti in cui ci si trova».
«C’era da aspettarselo: nell’Italia della vittoria della destra è cominciata subito a spirare un’aria di “passato che non passa”. Cioè una continua tendenza a riaprire i conti e a farlo sempre nel modo più aggressivo e perentorio». Lo scrive lo storico Ernesto Galli della Loggia in un commento sul Corriere. In questo caso sotto esame è «ciò che pensa del fascismo chi sta al governo». Così ogni sera nei talk televisivi si chiedono spiegazioni, chiarimenti, abiure. Siamo di fronte al solito vizio di guardare la storia con le lenti deformate dell’ideologia per meschine speculazioni politiche. Un’operazione di distrazione di massa dai problemi e dalle sfide del presente. C’è solo da voltare pagina come saggiamente ha indicato la Costituzione. «I conti con l’avversario, con il nemico – sottolinea Galli della Loggia -, vanno regolati sia pure nel modo più spietato ma sul momento. Non ottant’anni dopo aver vinto».
Giovedì si aprirà a Brescia il Mese Letterario con una serata dedicata a Giovanni Testori nel centenario della nascita. In preparazione all’incontro in questa domenica di Pasqua riproponiamo un articolo che Testori pubblicò sul Corriere nel 1981 in risposta alla lettera di Gatto Mario, un necroforo del Comune di Milano che raccontava di aver fatto da solo il funerale a una vecchietta morta in solitudine, abbandonata da tutti e per la quale anche il portone della chiesa era sbarrato. In un estremo gesto di pietà aveva sollevato il coperchio della bara per donare a quella donna il suo «sguardo miope ma amoroso e fraterno». «Lei ha fatto tutto quello che ha potuto – gli risponde Testori – lei l’ha accompagnata al cuore che non si chiude mai: quello di Cristo». È il senso della Pasqua che con l’annuncio inaudito della resurrezione ci tira letteralmente fuori dal sepolcro dell’indifferenza. Buona Pasqua!
Continua il percorso di avvicinamento al Mese Letterario che si aprirà il 13 aprile a Brescia con la serata dedicata a Giovanni Testori nel centenario della sua nascita che vedrà l’intervento dello scrittore Luca Doninelli, suo allievo e amico. Questa settimana proponiamo la sua ultima intervista rilasciata al quotidiano La Stampa nel 1993 poche settimane prima della morte. Nel libro «Una gratitudine senza debiti» Doninelli ricorda come con l’aggravarsi della malattia in Testori ci fosse «una specie di fretta, o di voglia, di strappare il velo per vedere finalmente cosa c’era dietro» l’arte e la letteratura. «Lui era sicuro che ci fosse qualcosa, che l’arte e tutto ciò che era bello non si trovassero a esistere “per nulla”, e nascondessero anzi qualcosa di meraviglioso».
Il prossimo 13 aprile si aprirà a Brescia la nuova edizione del Mese Letterario con una serata dedicata a Giovanni Testori che sarà raccontato dallo scrittore Luca Doninelli. Quest’anno ricorrono i cento anni dalla sua nascita e i trent’anni dalla sua morte. Riteniamo quindi sia un’occasione speciale per riscoprire la sua figura. Fra i maggiori scrittori italiani del dopoguerra, autore di famosi testi teatrali, critico d’arte e anche pittore, Testori fra il 1978 e il 1981 scrisse diversi articoli di commento sulla prima pagina del Corriere della Sera prendendo spunto dai fatti dell’attualità. In preparazione alla serata del 13 aprile, oggi e nelle prossime due domeniche vogliamo perciò riproporre tre di questi articoli alla vostra lettura.
Martedì 4 aprile alle 20.30 a Brescia nella chiesa di Santo Stefano in via Bonatelli 16 è in programma lo spettacolo teatrale «Secondo Orfea – Quando l’amore fa miracoli» diretto …
Mercoledì 3 maggio si è chiusa a Brescia la tredicesima edizione del Mese Letterario che ha visto un’eccezionale partecipazione di pubblico richiamato dall’alta qualità degli incontri sugli autori proposti. In prima fila all’ultima serata anche la presenza inattesa della scrittrice Anna Katharina Fröhlich, compagna del fondatore di Adelphi Roberto Calasso, accompagnata dai due figli. Leggi il comunicato conclusivo del Mese Letterario 2023.