28 Maggio

Ricordando Manzoni, in guardia dalle donne Prassede di oggi

Il 22 maggio sono stati ricordati i 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni. L’anniversario è stato celebrato con una cerimonia ufficiale nella casa milanese dello scrittore, che ha visto gli interventi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del presidente emerito del Centro Studi Manzoniani Giovanni Bazoli, discorsi a cui la stampa ha dedicato ampio spazio e a cui rimandiamo per la lettura. Nella nostra newsletter di oggi vogliamo invece segnalare l’articolo di Valerio Capasa pubblicato su ilsussidiario.net. Relatore sempre molto apprezzato del Mese letterario, Capasa cala l’opera di Manzoni dentro la realtà della scuola e della società di oggi alle prese con il grande compito dell’educazione e si sofferma su donna Prassede, personaggio apparentemente secondario dei Promessi Sposi. Una figura «molto inclinata a far del bene» che incarna un atteggiamento molto diffuso dal quale stare in guardia.

14 Maggio

Cristiani e appartenenza politica: cosa conta di più?

Oggi e domani a Brescia si vota per eleggere sindaco e consiglio comunale. In tale occasione suggeriamo la lettura di un recente intervento di monsignor Massimo Camisasca, vescovo emerito di Reggio Emilia, a un gruppo di cattolici impegnati in politica a livelli diversi e pubblicato sulla rivista Tempi. La domanda è se per un cristiano non ci sia qualche cosa che viene prima di ogni preferenza partitica o scelta elettorale. È possibile quindi un lavoro comune tra coloro che hanno la stessa fede, anche se militano in schieramenti differenti, o l’appartenenza di partito è più importante? «Il fondamento della vostra vita non è la politica – sottolinea Camisasca -. Se la speranza fosse la politica voi sareste più miseri di tutti gli altri». Una strada forse impervia ma necessaria per non rendere irrilevante la fede. Altrimenti «quale senso avrebbe per un credente impegnarsi in politica?».

07 Maggio

Feltri: «Ecco perché vale la pena ascoltare don Giussani»

È stata pubblicata da Rizzoli la nuova edizione de «Il senso religioso» di don Luigi Giussani, il primo volume del PerCorso nel quale il fondatore di Comunione e Liberazione riassume il suo itinerario di pensiero e di esperienza. La prefazione è tratta dall’intervento dell’allora arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, alla presentazione dell’edizione spagnola del volume nel 1998. In occasione di questa pubblicazione il 30 aprile Vittorio Feltri ha firmato su Libero un ritratto di don Giussani: «Lui – scrive – chiamava “senso religioso” i desideri profondi di bellezza, giustizia, verità, amore, felicità che cinicamente tendiamo a ridurre a faccende adolescenziali, e invece non andrebbero mai seppelliti se si vuole restare uomini vivi». Su questo libro la Fondazione San Benedetto promuove ogni due settimane un incontro aperto a tutti in cui confrontarsi sul percorso proposto da Giussani. Prossimo appuntamento giovedì 11 maggio alle 18.45 nella sede di Borgo Wührer 119 a Brescia.

30 Aprile

Orgoglio italiano

L’economia italiana non è arretrata come vorrebbe «una vecchia vulgata che ormai ha decisamente stancato». A dirlo, numeri alla mano nel confronto con Francia e Germania, un osservatore autorevole come l’economista Marco Fortis in un articolo sul Sole 24 Ore. I dati dicono che siamo in presenza di un’economia «forte e moderna» che può diventare ancora «più dinamica». Una lettura della realtà italiana che non nega i problemi ma va oltre gli stereotipi negativi a cui siamo abituati, e che potrebbe essere applicata a molti altri ambiti della vita sociale. Esaurire tutto nella polemica politica da talk show nuoce gravemente al paese. Siamo convintamente europeisti, ma nel solco della sua storia e del suo spirito originario, l’Europa non può diventare un «sovranazionalismo astratto, dimentico della vita dei popoli», come ha denunciato Papa Francesco venerdì a Budapest. Per questo oggi diciamo che chi vuole bene all’Italia, vuol bene all’Europa.

26 Aprile

Mattarella, uno di noi

Mentre a Brescia è in pieno svolgimento il Mese Letterario con una straordinaria risposta di pubblico, nel nostro appuntamento domenicale, questa settimana vogliamo segnalare la bella intervista rilasciata da Sergio Mattarella al Corriere in occasione dell’apertura a Parigi del Festival del libro. Il presidente della Repubblica sottolinea che «il libro, come ogni altra modalità di espressione della creatività umana, rappresenta uno strumento di condivisione della conoscenza. Leggere è essenziale, (…) potrebbe aiutarci a comprendere lo spirito con cui va guardato il mondo». Non è la prima volta che Mattarella interviene pubblicamente per affermare il valore della lettura. In questa occasione ricordiamo anche la lettera autografa che nel 2015 inviò alla Fondazione San Benedetto per esprimere il suo vivo apprezzamento per l’iniziativa del Mese Letterario. È l’unica personalità con un ruolo pubblico ad averlo fatto in questi anni e gliene siamo grati.

18 Aprile

All’educazione non basta un ragazzo «spezzettato»

Segnaliamo l’intervento sul tema dell’educazione del presidente della Fondazione San Benedetto Graziano Tarantini pubblicato sul Giornale di Brescia come contributo al dibattito aperto da don Fabio Corazzina. «Dopo gli anni della pandemia si è accentuata la tendenza a guardare ai giovani riducendoli anzitutto a una serie di problemi – si legge nell’articolo -. Che si tratti di sicurezza, di disagio psicologico, di rapporto difficile con la scuola, di dipendenza dai social, ecco belle e pronte le analisi degli esperti che ci spiegano la situazione e le relative ricette da applicare. Credo invece che la prima cosa da ribaltare sia proprio questo approccio che «spezzetta» la personalità dei ragazzi a secondo dei problemi emergenti o dei contesti in cui ci si trova».

16 Aprile

Fare i conti con il nostro passato

«C’era da aspettarselo: nell’Italia della vittoria della destra è cominciata subito a spirare un’aria di “passato che non passa”. Cioè una continua tendenza a riaprire i conti e a farlo sempre nel modo più aggressivo e perentorio». Lo scrive lo storico Ernesto Galli della Loggia in un commento sul Corriere. In questo caso sotto esame è «ciò che pensa del fascismo chi sta al governo». Così ogni sera nei talk televisivi si chiedono spiegazioni, chiarimenti, abiure. Siamo di fronte al solito vizio di guardare la storia con le lenti deformate dell’ideologia per meschine speculazioni politiche. Un’operazione di distrazione di massa dai problemi e dalle sfide del presente. C’è solo da voltare pagina come saggiamente ha indicato la Costituzione. «I conti con l’avversario, con il nemico – sottolinea Galli della Loggia -, vanno regolati sia pure nel modo più spietato ma sul momento. Non ottant’anni dopo aver vinto».