07 Giugno

Europa, corpi intermedi e democrazia, una questione vitale

Dopo l’incontro del 29 maggio in occasione dei vent’anni della San Benedetto in cui è stato rilanciato il tema dei corpi intermedi e del loro ruolo fondamentale per non svuotare la democrazia, questa settimana vogliamo continuare l’approfondimento proponendovi un intervento pubblicato pochi giorni fa sul Sole 24Ore del rettore dell’Università Cattolica Elena Beccalli. Nell’articolo si mette in evidenza come le formazioni sociali, i corpi intermedi, tutte quelle realtà che fanno della società non una somma di io isolati, anonimi e autosufficienti ma l’articolarsi di soggetti in continua relazione tra di loro, siano uno snodo fondamentale per riuscire a coniugare competitività e solidarietà. Questa è stata la forza (forse oggi un po’ appannata e confusa) del modello europeo anche a livello economico. In Italia questo modello di economia sociale, ricorda Beccalli, ha una storia importante fatta di «mutualismo, comunità, sussidiarietà» che oggi ha bisogno di un nuovo «slancio» creativo per continuare. E così in Europa. In un quadro mondiale sempre più «terremotato», come si può intuire, si tratta di una questione vitale. Su questi temi come fondazione intendiamo lavorare e proporre iniziative nei prossimi mesi.

17 Febbraio

I corpi intermedi, i trattori e il caso Navalny

Le nostre società e le nostre democrazie soffrono per «l’indebolimento dei corpi intermedi». C’è una «perdita di valori collettivi» e del «senso di comunità». Un dato abbastanza evidente a qualunque osservatore non superficiale. In un articolo pubblicato sul Sole 24Ore gli economisti Marco Buti e Marcello Messori sottolineano il ruolo decisivo che in un sistema democratico sono chiamati a svolgere i corpi intermedi (associazioni, comunità locali, sindacati, terzo settore, etc.), cioè tutto quell’insieme di realtà sociali nate dal basso, in modo libero e creativo, per rispondere a bisogni concreti o per dare voce e rappresentanza a un territorio, a una comunità, a un gruppo, di cui l’Italia è sempre stata ricca. Le conseguenze negative del venir meno di questo tessuto sociale, a torto disprezzato in nome della cosiddetta disintermediazione (vi ricordate il «meraviglioso principio» dell’«uno vale uno»?), sono sotto gli occhi di tutti. È di queste settimane la protesta dei trattori. Nell’articolo si cita la vicenda dei gilet gialli in Francia. Ma potremmo ricordare il caso dei partiti politici ridotti ormai a «comitati elettorali» fino al punto di averci tolto la possibilità di esprimere le preferenze alle elezioni. Salvo poi, con scandalosa ipocrisia, recitare la parte di chi è preoccupato per la sempre più scarsa affluenza alle urne. Il tema dei corpi intermedi è sempre stato al centro della nostra attenzione come Fondazione San Benedetto. Siamo infatti profondamente convinti che il loro indebolirsi sia un di meno per l’intera società e per ogni singolo cittadino. Nel nostro piccolo, nelle prossime settimane, raccogliendo la sollecitazione di alcuni imprenditori, intendiamo dar vita a uno spazio di confronto e di aiuto per affrontare in particolare due temi molto sentiti dal mondo delle imprese: da un lato le questioni legate alla transizione ecologica e dall’altro l’impatto dell’intelligenza artificiale. Vi terremo aggiornati.