Mentre a Brescia è in pieno svolgimento il Mese Letterario con una straordinaria risposta di pubblico, nel nostro appuntamento domenicale, questa settimana vogliamo segnalare la bella intervista rilasciata da Sergio Mattarella al Corriere in occasione dell’apertura a Parigi del Festival del libro. Il presidente della Repubblica sottolinea che «il libro, come ogni altra modalità di espressione della creatività umana, rappresenta uno strumento di condivisione della conoscenza. Leggere è essenziale, (…) potrebbe aiutarci a comprendere lo spirito con cui va guardato il mondo». Non è la prima volta che Mattarella interviene pubblicamente per affermare il valore della lettura. In questa occasione ricordiamo anche la lettera autografa che nel 2015 inviò alla Fondazione San Benedetto per esprimere il suo vivo apprezzamento per l’iniziativa del Mese Letterario. È l’unica personalità con un ruolo pubblico ad averlo fatto in questi anni e gliene siamo grati.
Quando nel 2010 il Mese Letterario cominciava a muovere i primi passi avevamo scelto come emblema della nostra iniziativa una frase della scrittrice americana Flannery O’Connor: «Se la vita ci soddisfacesse, fare letteratura non avrebbe alcun senso». Una frase che ci ha accompagnato per diversi anni e che ancora oggi descrive bene qual è l’origine dell’esperienza della lettura e dell’incontro con le pagine di un autore. È la stessa esperienza nella «terra inesausta della letteratura» che racconta l’insegnante e scrittore Giuseppe Montesano in un’intervista pubblicata qualche mese fa su Robinson, il settimanale culturale di Repubblica. È «il potere sovversivo della lettura». «Leggere un grande romanzo – sottolinea nell’intervista – è una forma lucida di erotismo, una forma dell’amare, che è allo stesso tempo cosciente e inconscia. Un grande romanzo come un grande amore ti chiede tutto ciò che hai: ma ti dà sempre più di quanto gli darai».
Le vendite di libri e giornali sono al minimo. Leggiamo sempre meno mentre dilaga la logica dei social che rende incapaci di riflettere, argomentare e dialogare. Si va verso la fine della parola scritta? Se lo chiede Antonio Socci in un articolo pubblicato su Libero che segnaliamo insieme a un intervento dello scrittore francese Michel Houellebecq tutto da leggere. Il Pil non può essere l’unico misuratore della ricchezza di un paese. Come Fondazione San Benedetto ne siamo profondamente persuasi. In questi anni abbiamo dato vita prima al Mese letterario, la rassegna dedicata alla riscoperta dei grandi autori della letteratura, e poi alla Scuola di lettura e scrittura Pierluigi Cappello (una scuola prima di tutto di lettura!). Grazie a queste iniziative in tanti sono stati mossi a scoprire il valore della lettura e della letteratura non come esercizio intellettuale, ma come straordinaria occasione di paragone e di giudizio sull’esperienza della vita.