12 Aprile

L’appello alla coscienza e la forza delle armi

Mentre dai diversi fronti di guerra (Ucraina, Medio Oriente, Sudan, ecc.) non arrivano segnali che possano far sperare in un cessate il fuoco in tempi brevi, questa settimana vogliamo proporre un’interessante testimonianza del filosofo Rocco Buttiglione su Papa Giovanni Paolo II e sulla sua posizione nel 2003 di fronte alla guerra in Iraq che stava per scoppiare e che ha poi lasciato uno strascico infinito di morte e distruzione senza arrivare a una vera pacificazione dell’area. «Non contestava – scrive Buttiglione – il diritto dei governi di fare la guerra per tutelare l’ordine internazionale. Era però deciso a chiarire che si trattava di una guerra tutta politica, non una guerra di religione, non una crociata, non una guerra in cui la Chiesa dovesse o potesse prendere partito. Intuiva che quella guerra poteva scatenare un conflitto epocale fra le religioni ed era deciso a fare tutto il possibile per evitarlo. Alla fine del colloquio mi disse: “Noi abbiamo lottato per la verità e la giustizia sotto il regime comunista con le armi della non violenza. Non avevamo altra arma che l’appello alla coscienza dell’avversario e alla fine abbiamo vinto. L’Occidente ha tanti mezzi per convincere Saddam a rispettare l’ordine internazionale. Possibile che si decida comunque, alla fine, di fare ricorso alla forza delle armi?”». Una domanda estremamente attuale anche di fronte agli scenari di guerra di oggi. 

05 Maggio

La politica polarizzata uccide la democrazia 

Manca poco più di un mese al voto per le elezioni europee e amministrative dell’8 e 9 giugno. Al di là dei toni e del clima da campagna elettorale e delle contrapposizioni tra partiti e schieramenti, vogliamo approfittare di questo tempo per riportare in primo piano i veri temi che riguardano l’Europa e il compito della politica. Sull’Europa ricordiamo l’incontro del 16 maggio con Ferruccio de Bortoli, Mario Mauro e Romano Prodi (sotto trovate tutti i riferimenti). Come spunto di riflessione questa settimana vi invitiamo invece a leggere l’articolo di Rocco Buttiglione pubblicato nei giorni scorsi sul quotidiano online ilsussidiario.net dedicato all’impegno politico dei cattolici oggi in Italia. «La politica contemporanea in Occidente – sottolinea Buttiglione – è inquinata da una malattia mortale che rischia di portare alla morte della democrazia. Questa malattia mortale è la polarizzazione estrema. È morto il dialogo politico, la capacità di confrontarsi, pur se da posizioni diverse ed anche opposte, alla ricerca di un bene comune. Trionfano le posizioni intransigenti che vogliono non il bene comune ma il proprio bene particolare ed identificano questo bene con la distruzione dell’avversario». In questo panorama quale può essere il ruolo di una presenza dei cattolici in politica? Non certo quello della nostalgia o dell’ossessione per una forma di partito. «Il problema primo non è il partito cattolico – continua Buttiglione -, ma una pratica cristiana della politica: un modo di fare politica che inizi da un’affezione profonda alla persona umana, in me stesso e negli altri, anche negli avversari. Una pratica cristiana della politica che faccia uscire la politica dalla dialettica amico/nemico. Oggi il problema non è costruire un partito, ma ricostruire un popolo».