La brutalità e l’ingiustizia di cui oggi la Russia sta dando prova sono talmente sconvolgenti che molti, non solo russi (anche in Italia ci sono esempi significativi), profondamente dilaniati arrivano a chiedersi se tutto questo abbia le sue radici nella sua cultura, che si sarebbe ormai radicalmente discreditata. I dubbi si estendono persino a Dostoevskij. Il portale di informazione indipendente “La Nuova Europa” ha sottoposto questo interrogativo a Tat’jana Kasatkina, grandissima studiosa di Dostoevskij più volte ospite a Brescia negli anni scorsi della Fondazione San Benedetto, personalmente plasmata dal pensiero dello scrittore, gettandole la sfida. Segnaliamo la sua risposta nel “Fissiamo in pensiero” di questa settimana: un invito a restare uomini in qualsiasi circostanza.
Le vicende della guerra in Ucraina hanno messo in crisi il nostro sistema di approvvigionamento energetico a cominciare dal gas. Come affrontare questa situazione inedita che si ripercuote sulla vita …
Il drammatico travaglio della vita umana lambita, o forse meglio inondata, dalla grazia divina. E’ quello che racconta Erik Varden, monaco trappista e oggi vescovo di Trondheim in Norvegia, in una terra profondamente scristianizzata, nel suo libro “La solitudine spezzata”. Un libro pieno di suggestioni illuminanti che si dipanano attraverso le vicende sorprendenti di uomini e donne assetati di verità e di bellezza, come scrive Laura D’Incalci in un articolo su ilsussidiario.net. Una lettura con la quale vogliamo augurare una Buona Pasqua 2022 a tutti coloro che ci seguono!
«Con la loro audacia, gli ucraini stanno testimoniando a tutti una autocoscienza che ci lascia senza parole, una fame e una sete di giustizia e un desiderio di libertà che ci riempiono di stupore. In loro, al di là di tutto ciò che può essere detto, stiamo vedendo che il cuore non si arrende al potere». Lo scrive don Julián Carrón in un intervento pubblicato sul Corriere della Sera del 30 marzo che segnaliamo per la lettura di questa settimana.
Mentre da ormai oltre un mese imperversa la guerra l’iniziativa di Papa Francesco di consacrare al Cuore Immacolato di Maria la Russia e l’Ucraina individua e indica a tutti, «indipendentemente dal loro credo esistenziale, politico o, perché no?, ideologico, che resta pur sempre limitato, un punto di fuga, una strada percorribile. Alzare lo sguardo dal buio pesto in cui ci troviamo per rivolgerlo a una fiammella di luce, che proprio perché “immacolata”, cioè pura, gratuita può rischiarare la tenebra». Lo scrive nell’articolo su ilsussidiario.net l’arcivescovo di Mosca monsignor Paolo Pezzi che venerdì nella cattedrale della capitale russa si è unito al Papa nell’atto di consacrazione.
La guerra in Ucraina è solo l’ultimo atto della crisi della globalizzazione. In un articolo sul Corriere della Sera Giulio Tremonti propone una lettura originale e fuori dai luoghi comuni, del momento storico che stiamo attraversando. Un momento segnato dalla drammatica evidenza che la storia non è finita come invece non molti anni fa qualcuno sosteneva nell’illusione di un’evoluzione inarrestabile dell’umanità e della democrazia in tutto il mondo. Oggi siamo costretti a un brusco risveglio.
Di fronte alle diverse posizioni che si possono avere sulla guerra in Ucraina «il principio sempre irrinunciabile e sempre prevalente è che oppressi e vittime innocenti hanno diritto al nostro aiuto, e noi abbiamo il dovere di darglielo». Lo scrive il professor Rocco Buttiglione in un articolo inedito che segnaliamo questa settimana come contributo a un giudizio più chiaro su quanto sta accadendo alle porte di casa nostra.
Venerdì 11 marzo alla Fondazione San Benedetto si è svolto l’incontro con Mario Mauro, già ministro della Difesa nel governo Letta e vicepresidente del Parlamento europeo, sulla guerra in Ucraina. …
Col pensiero e col cuore a quanto sta accadendo in Ucraina questa settimana proponiamo la lettura di un testo di Vasilij Grossman. Lo scrittore, ucraino di lingua russa, racconta la sua visita alla Madonna Sistina, uno dei dipinti più celebri di Raffaello, esposta a Mosca nel 1955 prima di essere riportata a Dresda. Durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale sulla città tedesca la tela era stata messa in salvo e poi requisita dalla armate sovietiche che la portarono a Mosca. Quello di Grossman è un racconto emozionante che ci parla della «forza dell’umano nell’uomo» e della «gioia di essere creature vive» anche nell’«epoca dei lupi» e dentro le ferite della guerra.
Il 3 marzo nella sede della Fondazione San Benedetto si è svolto l’incontro con Adriano Dell’Asta, professore di letteratura russa all’Università Cattolica e direttore dal 2010 al 2014 dell’Istituto Italiano …
Un clown avverte di un incendio scoppiato in un circo. Viene deriso e nessuno gli crede. Così le fiamme raggiungono il vicino villaggio seminando distruzione e morte. Questo apologo di Kierkegaard, 54 anni fa, è stato ripreso e sviluppato all’inizio del suo libro “Introduzione al cristianesimo” da Joseph Ratzinger che osservava: «Oggi il mondo guarda spesso il messaggio cristiano come un gioco da circo che sembra non avere rapporto né con il vero né con il falso». Per «uno strano oscuramento del pensiero» le verità della fede sembrano cadere in un contesto nel quale non hanno presa, appaiono fuori dal mondo, non credibili. Essere una minoranza potrebbe diventare una condizione molto dura ma proprio questa «via stretta» sarebbe al tempo stesso l’unica possibilità per non soccombere al nulla. Su questo tema è tornato nei giorni scorsi lo scrittore Claudio Magris con un articolo sul Corriere della Sera di cui proponiamo la lettura.