«Mi piace pensare alla cultura come al saper vivere. Potremmo dire che la cultura è l’autocoscienza della vita stessa. All’opposto della cultura sta un’ignoranza che non è interessata a ricercare il senso delle cose. Il nemico da combattere è l’indifferenza, il lasciarsi vivere, la superficialità, la chiacchiera, lo slogan, la battuta, un sentire istintivo». È un passaggio dell’omelia pronunciata dal vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada il 15 febbraio nella festa dei santi patroni Faustino e Giovita e di cui riproponiamo il testo integrale sul nostro sito. Un intervento di grande spessore tutto da leggere nell’anno in cui Brescia è insieme a Bergamo Capitale della cultura. Per noi è anche l’occasione per esprimere il nostro bentornato al vescovo dopo il lungo periodo di assenza per la malattia. A lui rinnoviamo la nostra vicinanza e il nostro sostegno.
A Brescia si è aperto con l’intervento del presidente della Repubblica l’anno che vede la città, insieme a Bergamo, Capitale della Cultura 2023. La cosa ci interessa perché la Fondazione San Benedetto, sin dall’inizio, ha messo al centro della sua attività la cultura. Ne sono espressione iniziative come il Mese Letterario, che ha ricevuto il plauso del presidente Mattarella, e la Scuola di lettura e scrittura. Facciamo nostro quanto dichiarava in un’intervista nel 1976 Giovanni Testori, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita: «La cultura bresciana ha sempre avuto una funzione di opposizione ai grandi stilemi, ai grandi trionfalismi, anche ai grandi idealismi del Rinascimento». Come contributo alla riflessione proponiamo la lettura di un testo di Jean Clair, già conservatore del Centre Pompidou a Parigi e direttore del Musée Picasso e della Biennale di Venezia del Centenario. Parole chiare per sottolineare quale sia la posta in gioco.