Il 19 giugno ricorrevano i 400 anni dalla nascita di Blaise Pascal, filosofo e scienziato che, pur essendo vissuto solo 39 anni, ha lasciato un segno indelebile nella storia del pensiero come descrive il profilo che ne ha tracciato il cardinal Gianfranco Ravasi sul Sole 24Ore. Anche Papa Francesco ha voluto ricordare Pascal con una lettera apostolica. Nei suoi “Pensieri”, la sua opera più nota, spicca soprattutto un’idea di ragione che non si chiude su sé stessa, nella propria presunta autosufficienza, ma che si esprime come “stupita apertura alla realtà”. Un’apertura che guarda al sapere e alla conoscenza come a un insieme unitario. Un approccio molto attuale in un’epoca come la nostra nella quale, come sottolinea Edgar Morin, un altro grande del pensiero, c’è invece il rischio di “parcellizzare” la persona, inseguendo il mito di un’iperspecializzazione che “sa solo separare, spezzare il complesso del mondo in frammenti disgiunti”.