Martedì si è tenuto a Brescia l’incontro sul Libano promosso dall’associazione La Speranza con il sostegno anche della Fondazione San Benedetto. La sala era piena e la serata è stata un’occasione puntuale per documentare la gravissima crisi che nelle ultime settimane ha investito il Libano. Come ha spiegato la presidente dell’associazione Amal Baghdadi, sono oltre un milione gli sfollati costretti a lasciare il sud del paese schiacciato nella morsa della guerra tra le milizie di Hezbollah e l’esercito israeliano. Anche la capitale Beirut è stata colpita dai bombardamenti. Una escalation «pericolosissima», come l’ha definita l’ex ministro della Difesa Mario Mauro, che si innesta sulla situazione da paese in bancarotta che il Libano sta attraversando ormai da diversi anni. Di quello che in passato era definito la Svizzera del Medio Oriente, dove etnie e religioni diverse hanno sempre convissuto, non resta più nulla. Adesso la priorità è mettere in salvo e aiutare la popolazione vittima inerme del conflitto. Graziano Tarantini per la San Benedetto e Michele Brescianini di Punto Missione hanno illustrato alcune iniziative concrete di aiuto in atto o già realizzate sia in Libano che ad Aleppo in Siria. L’associazione La Speranza ha lanciato una raccolta fondi alla quale è possibile contribuire con donazioni sul conto corrente IT79X0501811200000017230673 (Banca Popolare Etica – Filiale di Brescia – Detrazioni 35% per i privati, 10% per società ed enti, con la causale: erogazione liberale a favore de La Speranza Odv – Brescia).
Stiamo attraversando lo stesso «crinale della storia pericolosissimo», segnato dalle guerre, che ha ricordato la scrittrice Susanna Tamaro nella bellissima lezione tenuta mercoledì all’inaugurazione della Buchmesse, la fiera del libro di Francoforte, di cui vi riproponiamo un estratto pubblicato dal settimanale del Corriere la Lettura. Niente di accademico, ma un atto d’amore verso l’Italia, un paese dove «tutto è troppo», a cominciare dalla bellezza. Una bellezza che si è espressa con una luce particolare nell’opera di San Benedetto piuttosto che nelle terzine di Dante o nella letteratura come vero «antidoto al Paese dei Balocchi perché richiede impegno, ci spinge a conoscere altri mondi, a coltivare il dubbio, la curiosità e, soprattutto, l’apertura della mente».
Invitiamo tutti a partecipare martedì 15 ottobre alle 18 a Brescia a Palazzo Martinengo delle Palle (Sala del Camino) in via San Martino 18 all’incontro sul tema «Libano – Uniti con La Speranza». Saranno proposte riflessioni e testimonianze per la pace in Medio Oriente con un aiuto concreto per la popolazione libanese. L’iniziativa è promossa dall’associazione La Speranza, con il sostegno anche della Fondazione San Benedetto. Interverranno Mario Mauro, già ministro della Difesa, Graziano Tarantini, presidente Fondazione San Benedetto, Amal Baghdadi e Dorian Cara, rispettivamente presidente e vicepresidente de La Speranza odv, e Michele Brescianini, direttore Fondazione Punto Missione Ets. Di fronte alla pesantissima situazione umanitaria del Libano che si è aggravata nelle ultime settimane, l’associazione ha lanciato una raccolta fondi. Queste le coordinate per le donazioni: iban IT79X0501811200000017230673 – ETICIT22XXX (Banca Popolare Etica – Filiale di Brescia). Sulle donazioni è possibile beneficiare di detrazioni del 35% per i privati e del 10% per enti e società.
Lunedì 7 ottobre ricorre il primo anniversario dell’attacco di Hamas a Israele, un atto che ha innescato la nuova guerra che da un anno sta insanguinando il Medio Oriente, dopo quelle, prima in Iraq e poi in Siria, che hanno segnato i primi decenni del secolo. Di questo nuovo conflitto non si intravede la fine e preoccupa adesso il suo allargamento anche al Libano. Di fronte a questa situazione drammatica il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa e poi anche Papa Francesco hanno invitato a dedicare la giornata di lunedì alla preghiera e al digiuno per implorare la pace nel mondo. Un invito che facciamo nostro. A Brescia, in duomo alle 12.45 è previsto un momento di preghiera con il vescovo. Per aiutarci a comprendere quanto sta accadendo in Terra Santa questa settimana segnaliamo l’articolo del professor Vittorio Emanuele Parsi, esperto di relazioni internazionali, pubblicato sul quotidiano Il Foglio, nel quale analizza in particolare i rischi della strategia portata avanti dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. Una strategia che, scrive Parsi, «appare tanto ambiziosa quanto pericolosa per la sicurezza di Israele, del Medio Oriente e dell’Europa. È l’eterna illusione che sulla sola e semplice punta delle baionette (come si diceva una volta) possa essere costruito un ordine stabile e duraturo: un progetto che abbiamo visto fallire molte volte nel corso della storia europea». La guerra, se mai lo è stata in passato, oggi non può più essere in alcun modo una risposta accettabile a qualunque controversia o situazione di tensione. Anche quando è stata giustificata da ragioni superiori come l’esportazione della democrazia, per esempio in Iraq o in Libia, ha prodotto solo una catena infinita di disastri. Soprattutto porta alla cancellazione di ogni traccia di umanità. La vita umana non conta più nulla. Ci si può permettere persino di fucilare i prigionieri in spregio a tutte le convenzioni internazionali come è avvenuto nei giorni scorsi a sedici soldati ucraini uccisi nel Donbass, la cui esecuzione a freddo è stata ripresa dall’alto da un drone. Immagini sconvolgenti. Su questo episodio invitiamo a leggere da Avvenire l’articolo di Marina Corradi.