“L’Istat ci ha comunicato di recente che, complice anche il Covid, in Italia nel 2020 i morti sono stati 746 mila e i nuovi nati 404 mila. Un dato agghiacciante nel suo significato sociale e culturale”. Un dato che Sergio Belardinelli in un articolo sul Foglio rilegge con una chiave originale alla luce di un’affermazione di Hannah Arendt: “Il miracolo che salva il mondo, il dominio delle faccende umane dalla sua normale, naturale rovina è in definitiva il fatto della natalità in cui è ontologicamente radicata la facoltà dell’azione”.
«Cosa è l’utilità e il compimento della vita, se per alcuni dura un battito d’ali, per altri è lunghissima e per chiunque è compiuta in un modo incomprensibile, ben lontano dalla nostra idea, spesso funzionalista e moralista, di utilità e di merito». È la domanda posta nell’articolo di Giorgio Vittadini dedicato all’esperienza di una giovane coppia che ha accolto una figlia morta dopo un mese. Una testimonianza pubblicata sul ilsussidiario.net che segnaliamo per la lettura questa settimana.
«Dovrò essere molto esplicito: quando un Paese una società, una civiltà arriva a legalizzare l’eutanasia, perde ai miei occhi ogni diritto al rispetto». A dirlo lo scrittore francese Michel Houellebecq in un intervento pubblicato qualche giorno fa sul quotidiano Le Figaro di cui riproponiamo un estratto. Parole molto forti che richiamano quelle scritte contro l’aborto negli anni ’70 da un altro intellettuale controcorrente come Pier Paolo Pasolini. L’intervento di Houellebecq arriva alla vigilia del dibattito nel parlamento francese sul disegno di legge per legalizzare l’eutanasia e punta a colpire un’opinione pubblica sempre più assuefatta ai nuovi canoni della mentalità dominante.
La Fondazione San Benedetto augura a tutti Buona Pasqua! Un augurio che oggi facciamo proponendo la lettura di una poesia dedicata alla Pasqua di Ada Negri, grande poetessa vissuta in queste terre di Lombardia, a torto nascosta o poco conosciuta. In questo momento difficile segnato dalla pandemia i suoi versi sembrano suonare quasi come una provocazione. Eppure proprio nell’annuncio inaudito della risurrezione si apre la possibilità di fondare una speranza capace di reggere davvero la sfida del tempo. L’impossibile esiste e ha a che fare con questo nostro mondo. E’ una semplice questione di ragione e di buon senso che la nostra speranza non può essere affidata ai soli vaccini, senza nulla togliere alla loro fondamentale importanza per contribuire a uscire dalla situazione attuale.
Nei giorni scorsi la Corte costituzionale federale tedesca ha ingiunto al presidente della Germania di non firmare la legge con cui il Parlamento approva il Recovery Fund fino a quando la Corte stessa non decida della sua costituzionalità. Una questione apparentemente tecnica che nasconde però un problema molto più grande che riguarda la natura e il futuro dell’Europa. Su questo tema segnaliamo l’articolo di Rocco Buttiglione pubblicato sul quotidiano online ilsussidiario.net. “Abbiamo bisogno di un’Europa politica. Sono perfettamente consapevole di quanto sia difficile aprire il tema della riforma dei Trattati – scrive Buttiglione -, ma per garantire la pace e la prosperità futura dei nostri popoli dobbiamo affrontarlo. Anzi, per dirla tutta, non abbiamo bisogno di una nuova versione migliorata dei Trattati. Abbiamo bisogno di una Costituzione europea”.
In queste settimane ancora segnate dalla pandemia, nei discorsi pubblici e privati sembra che tutte le speranze siano riposte nei vaccini. E’ davvero così? Senza nulla togliere alla loro importanza, se fosse così sarebbe poca cosa soprattutto di fronte alle tante vittime del virus. Una testimonianza di cosa sia la speranza ci arriva da un articolo pubblicato sul quotidiano online ilsussidiario.net. E’ il racconto in prima persona della via crucis di una mamma accanto al figlio Andrea disabile grave intubato e ricoverato in rianimazione. “Di nuovo penso ad Andrea. È avere la salute che ci dà speranza? Lui allora sarebbe spacciato, e invece è proprio lui a essere testimone di una speranza immensamente più grande. Guardare lui e guardare il suo corpo mi rimanda all’origine, al desiderio di bene che ognuno di noi ha. Al desiderio di essere felici e amati nonostante il nostro essere difettosi”.
Dopo un anno di stop forzato torna ad aprile il Mese Letterario. Sarà per evidenti motivi un’edizione online. Il desiderio era di poterlo fare in presenza, come è sempre stato nella natura delle nostre iniziative, ma le condizioni attuali ancora non lo consentono. L’edizione 2021 sarà interamente dedicata a Dante in occasione dei 700 anni dalla morte.
“La conseguenza forse più pericolosa di una cultura accademica è che legittima la mia tendenza a essere cerebrale, a perdermi nelle astrazioni anziché prestare semplicemente attenzione a quello che mi succede davanti agli occhi”. E’ un passaggio del discorso dello scrittore americano David Foster Wallace fatto nel 2005 agli studenti del Kenyon College in occasione del conferimento delle lauree. Una testimonianza struggente del fatto che la vita è la “possibilità” di un significato di più grande di sé. “L’alternativa è l’inconsapevolezza, la modalità predefinita, la corsa sfrenata al successo: essere continuamente divorati dalla sensazione di aver avuto e perso qualcosa di infinito”.