Può una tragedia incredibile come quella della funivia del Mottarone essere attraversata da un bene? Può la tragedia della morte di una persona amata non essere l’ultima parola sulla sua vita? Le testimonianze che proponiamo questa settimana – un articolo tratto da ilsussidiario.net sulla storia del piccolo Eitan unico sopravvissuto nella caduta della funivia e le parole lette da una figlia per la morte di sua madre dopo una lunga e dolorosa malattia – dicono di questa possibilità inaspettata, di una speranza che si fa strada dentro il dramma.
“Ogni artista è un tessitore di eternità e non fa che tendere fili invisibili tra la nostra dimensione e l’Altrove”. L’ha scritto Massimo Gramellini sul Corriere delle Sera in occasione della morte di Franco Battiato. “Che cosa piangiamo, dunque, quando piangiamo un musicista – si domanda -? Non la persona fisica, dato che pochi di noi avevano potuto godere della sua intimità. E nemmeno le opere, che per fortuna rimangono a farci compagnia anche dopo la sua scomparsa. Forse piangiamo quel pezzo di buio che si crea all’improvviso dentro ciascuno di noi, ogni volta che si spegne una luce che, come un piccolo sole, brillava per tutti”.
“Le chiese sono vuote oggi perché qualcosa si è spezzato più di mezzo secolo fa, quando erano stracolme. Una crisi profonda che non può essere risolta applicando ricette che poco hanno a che fare con il divino”. Lo scrive Matteo Matzuzzi in un articolo pubblicato sul quotidiano il Foglio lo scorso 1 maggio.
Lo stillicidio di morti sul lavoro di questi ultimi giorni colpisce perché al di là di dati e statistiche, di denunce e recriminazioni, dietro ogni vittima c’è una vita unica. Come quella di Luana D’Orazio, operaia di vent’anni, rimasta stritolata nell’orditoio di una fabbrica tessile a Prato. Sul Corriere della Sera del 5 maggio la scrittrice Silvia Avallone ne ripercorre la storia che proponiamo alla lettura. “Lavorare e morire per quei quattro soldi che coincidono con un po’ di rispetto e di speranza: la trama della Storia è fatta soprattutto da persone così, che non hanno monumenti”.
Venerdì 7 maggio alle 20.45 è in programma l’ultimo appuntamento del Mese Letterario 2021 con una serata straordinaria insieme a Edoardo Rialti su “I miei tesori perenni… Solitudine e poesia in Emily Dickinson”. Sarà possibile seguire l’incontro in diretta sul canale YouTube dell’Associazione Mese Letterario. La partecipazione è libera. Scrittore e traduttore di importanti opere della letteratura anglo-americana, Edoardo Rialti ha partecipato al Mese Letterario sin dalla prima edizione distinguendosi per la singolare capacità di rendere vivi e interessanti gli autori presentati.
“L’Istat ci ha comunicato di recente che, complice anche il Covid, in Italia nel 2020 i morti sono stati 746 mila e i nuovi nati 404 mila. Un dato agghiacciante nel suo significato sociale e culturale”. Un dato che Sergio Belardinelli in un articolo sul Foglio rilegge con una chiave originale alla luce di un’affermazione di Hannah Arendt: “Il miracolo che salva il mondo, il dominio delle faccende umane dalla sua normale, naturale rovina è in definitiva il fatto della natalità in cui è ontologicamente radicata la facoltà dell’azione”.
«Cosa è l’utilità e il compimento della vita, se per alcuni dura un battito d’ali, per altri è lunghissima e per chiunque è compiuta in un modo incomprensibile, ben lontano dalla nostra idea, spesso funzionalista e moralista, di utilità e di merito». È la domanda posta nell’articolo di Giorgio Vittadini dedicato all’esperienza di una giovane coppia che ha accolto una figlia morta dopo un mese. Una testimonianza pubblicata sul ilsussidiario.net che segnaliamo per la lettura questa settimana.