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Jannacci: cinque anni ancora insieme

  • Data 29 Marzo 2018

Oggi sono cinque anni che Enzo Jannacci se n’è andato. Era il venerdì santo del 2013. A Noi piace pensarlo sul tetto del Duomo col suo lungo svolazzante soprabitone (da ilsussidiario.net di Maurizio Vitali)

Par iér. Invece proprio oggi sono già cinque anni che il geniale medico artista se n’è andato. Era il venerdì santo del 2013. Andato… neanche tanto lontano. Enzo Jannacci è rimasto di casa tra noi, lì nel famedio del Cimitero Monumentale con attorno una bella combriccola di altri geniacci della milanesità: l’amico Giorgio Gaber, il maestro Dario Fo, la poetessa Alda Merini, l’attore Franco Parenti; c’è pure Maspes, geniaccio del surplace nel ciclismo su pista. A noi tuttavia piace pensarlo, come lo si vede nella foto, sul tècc del dòmm, col suo lungo svolazzante soprabitone colore della gabardine, gli occhi e il respiro nel cielo sopra Milano, le braccia spalancate come un abbraccio, o una croce, o un eccomi, alla sua maniera, però: ohé sont chì, òccio che rivi. E insèmma a lui la vasta schiera dei suoi amis disgraziaa: il barbone dell’idroscalo in scarp de tennis, il Gigi Lamera che andava col treno e non più in bici a lavorare a Baggio, per far colpo sull’operaia snob che gli piaceva. E poi il Rino, incoerente anche come panettiere. E quello che per un basìn chiesto in balera sono arrivati anche i carabinieri. E il ladro di polli che ruba un’aquila imperiale scambiata per tacchino e lo condannano per vilipendio dello Stato (fascista). E quello che spera invano di avere un prestito dell’ex commilitone, che nemmeno lo degna di un vers, ciapato com’è a fa l’amor. E quello che cercava la ragazza a Rogoredo per riavere i suoi diecimila. E il soldato Nencini, di stanza a Alessandria, schedato terrone. E quell’altro modesto operaio moglie e figli, che per arrivare in piazza del duomo ghe voeuren du tram. E una fila d’altri ancora che non basterebbe la guida del telefono. C’è anche il cane con i capelli, che se chiedeva tre sigarette nessuno gli rispondeva. Più emarginato di così…

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