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  • Marija Judina, la pianista che incantò Stalin

Marija Judina, la pianista che incantò Stalin

  • Data 15 Novembre 2020

«Ascoltato Fantasia Beethoven Sua esecuzione. Bellissima. Grazie. Osiamo assicurarle difenderemo cultura sovietica e Lei. Tiratori scelti Antonov e Terentev». Quel giorno di guerra del 1942 in cui ricevette la lettera di quei soldatini in prima linea, a Marija Judina scappò sicuramente un sorriso. Che c’entrava, lei, con la «cultura sovietica?». Quella che viene considerata la più grande pianista russa del Novecento, scomparsa cinquant’anni fa il 19 novembre 1970, non riuscì mai a fare un solo concerto in un Paese occidentale o ad avere un pianoforte tutto suo (ne aveva uno a nolo, e faticava a pagare le rate) proprio perché i più ottusi custodi dell’ortodossia la ritenevano una nemica del popolo: non era atea. Glielo disse in faccia, sfrontato, un burocrate di nome Pavel Fëdorovic: «Ah, Marija Veniaminovna Judina, noi la porteremmo in trionfo se solo… Se solo lei non credesse in Dio!». E lei: «Non si darà mai il caso che mi portiate in trionfo. Non rinnegherò la fede. Sarete voi, invece, a venire tutti dalla nostra». Non era tipo da farsi intimidire. Al punto che avrebbe osato sfidare Stalin ricordandogli i suoi «gravi peccati contro il popolo e la nazione». Altri sarebbero finiti dritti dritti in un Gulag siberiano. Lei no. Forse perché perfino Stalin… Ma partiamo dall’inizio. Nata nel 1899 a Nevel’, in una regione bellissima di boschi e laghi («Sono cresciuta veramente in un paradiso terrestre») più o meno a metà strada tra Mosca e Riga, Marija Judina apparteneva a una famiglia ebraica come 12 mila dei 18 mila abitanti destinati nel 1941 a essere spazzati via dai nazisti. Figlia di un medico, Veniamin Judin, laico e positivista, rivelò subito d’essere, al pianoforte, una enfant prodige. Accettata a 12 anni al Conservatorio di Pietroburgo («suonavo con il colletto “alla marinara” e la treccia»), diplomata a 22 con la medaglia d’oro (vincendo anche un pianoforte a coda bianco mai consegnato), a 24 era già in cattedra. (…)

dal Corriere della Sera – Gian Antonio Stella – 13 novembre 2020

per leggere tutto l’articolo:

https://www.corriere.it/cultura/20_novembre_12/marija-judina-pianista-russa-stalin-44b9b79c-2523-11eb-9615-de24e09c8a4a.shtml

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