Da Leopardi a Pavese, quando i libri diventano emozioni
Invece di “fare” Dante, Leopardi e Buzzati, i docenti dovrebbero far leggere ai giovani ciò che i grandi hanno scritto (e vissuto). La scuola sarebbe diversa (Da ilsussidiario.net di Valerio Capasa)
Sopra i banchi di scuola, di solito, si trovano libri. Esistono mattine, però, in cui sono pieni di fazzoletti di carta, con cui i ragazzi si asciugano le lacrime. A volte capita che una poesia ti scoperchi l’anima, e allora a qualcuno brillano gli occhi, e cerca in ogni modo di trattenersi. Mi spiace per gli insegnanti che non scorgono altro che torpore, risposte corrette e distrazione. Con me qualche giorno fa il destino ha deciso di esagerare, mostrandomi una classe intera che piangeva. A singhiozzoni. Anche i maschi più apparentemente superficiali, quelli che diresti che la domanda esistenziale più seria che si siano posti è la formazione del fantacalcio. Da dove zampilla una così irrefrenabile commozione (nell’ora peraltro più improbabile, la prima del lunedì!)?