Il lungo labirinto verso casa
(Dal Corriere della Sera, di Alessandro D’Avenia)
Il Ciclope, Eolo, Circe, il Regno dei morti, le Sirene, Scilla e Cariddi, Calipso… Se vi chiedessi che cosa ricordate dell’Odissea mi raccontereste le più famose tra le dodici tappe del viaggio di Ulisse da Troia a Itaca. Benché occupino solo 8 dei 24 capitoli del poema, tendiamo a identificare l’Odissea con queste peripezie. Perché? Non è solo per il fascino della parte più avventurosa della storia che tende a imprimersi vividamente nella memoria, ma anche, e soprattutto, per il segreto potere dei miti: li ricordiamo in un certo modo proprio perché salvano «pezzi» di vita che non devono andare perduti. In questo caso identifichiamo l’Odissea per lo più con il viaggio per mare dell’eroe, perché è una insostituibile metafora narrativa dell’esistenza. L’essenza della vita (chi sono, da dove vengo, dove vado?) è avvolta in un mistero, che noi possiamo avvicinare solo con il suo linguaggio: metafore, simboli, miti. E quale parte del mistero rivela il viaggio di ritorno a Itaca?