Quel che serve per controllare l’epidemia (e le scemenze)
Da chi o da cosa dobbiamo guardarci nell’epoca del Covid-19? Giancarlo Cesana, professore di Igiene e Sanità pubblica, mette in fila numeri e fatti che possono aiutare a capire (Da Tempi di Giancarlo Cesana)
Come va la vita? Non tanto bene, sembrerebbe. Siamo in tempo di epidemia. Per quanto in pensione, sono professore di Igiene e Sanità pubblica. Mi sento in dovere di intervenire perché le epidemie, o meglio il loro controllo, fanno parte del mio mestiere. Tuttavia la sanità pubblica è un campo molto vasto e chi vi è coinvolto, in particolare se ricercatore, non si occupa di tutto, ma di alcuni settori specifici, che per me sono l’epidemiologia e la medicina sociale: come le abitudini di vita, i fattori psicologici, culturali ed economici che concorrono a determinare le malattie. Dico questo non per esibire il mio curriculum, ma per far capire che quando gli scienziati parlano, se parlano di cose che non hanno studiato e praticato, possono dire scemenze come gli altri. E adesso è un momento in cui si parla molto, anche per esorcizzare la fifa di ammalare e morire a causa del coronavirus, l’agente dell’epidemia che ci affligge.