L’Unione europea conviene?
Alle elezioni del 2019 l’Ue si presenta come istituzione criticata e contesa. Ma, pur tra tante difficoltà, continua a «pedalare per stare in piedi (Dal Corriere della Sera di Sabino Cassese)
Pubblichiamo alcuni estratti della lectio che il professor Sabino Cassese tiene il 16 settembre 2018 alla Scuola Normale Superiore di Pisa, in occasione della seconda edizione della «Giornata in ricordo di Carlo Azeglio Ciampi», scomparso due anni fa. In onore dell’ex Presidente, studente dal 1937 al 1941, la Normale ha fondato presso Palazzo Strozzi a Firenze l’Istituto di Studi Avanzati Carlo Azeglio Ciampi.
Alle elezioni europee del 2019 l’Unione si presenta come istituzione criticata e contesa. C’è chi critica il burocratismo di Bruxelles e la sua incapacità di decidere o di attuare le decisioni. Chi lamenta la scarsa legittimazione popolare delle istituzioni europee. Chi segnala le debolezze di organismi che appaiono prevalentemente inter-governativi, e quindi, nelle mani degli Stati nazionali. Chi critica gli squilibri europei (in particolare, l’aver affidato all’Unione la politica monetaria, senza avervi affiancato la politica economica e fiscale). Chi lamenta che l’infatuazione europeista ha messo in ombra le nazioni o ha lasciato il nazionalismo nelle mani dei populisti. Chi è preoccupato dall’emergere di democrazie illiberali in Europa (Ungheria e Polonia). Chi, allargando lo sguardo, vede consumarsi la tradizionale alleanza tra Europa e Stati Uniti e il rinascere dei demoni del passato, delle lacerazioni tra nazioni, come quella tra l’Europa di Visegrad (cechi, slovacchi, polacchi e ungheresi) e le restanti nazioni europee.