01 Ottobre

«Bellissima» in tv, quasi invidio l’Italia di allora

In occasione dei cinquant’anni dalla morte di Anna Magnani alcune sere fa la Rai ha mandato in onda «Bellissima», film di Luchino Visconti del 1951. Da Avvenire riprendiamo l’articolo di Marina Corradi colpita dalla visione di una pellicola che racconta un’Italia molto diversa da quella di oggi. Più semplice e forse più vera. L’impressione è che a oltre settant’anni di distanza dall’uscita di quel film e da quell’Italia «che rinasceva da una terribile guerra», ci siamo persi per strada qualcosa di importante, magari senza neppure accorgercene. Insieme segnaliamo dal Corriere della Sera un editoriale di Federico Rampini dedicato all’Africa, oggi sotto i riflettori per la questione migratoria. In realtà di questo continente multiforme conosciamo davvero poco. È un invito a non accontentarsi di letture sommarie e superficiali.

24 Settembre

Vattimo e Fallaci, due testimonianze che interrogano

Il filosofo Gianni Vattimo, morto lo scorso 19 settembre, era conosciuto come principale esponente del cosiddetto «pensiero debole», una corrente filosofica che si era sganciata dai presupposti fondanti della filosofia classica. Al di là di ogni etichetta o definizione, inevitabilmente riduttive, Vattimo è stata una «personalità inquieta». Proponiamo il ricordo che ne ha fatto sul quotidiano online ilsussidiario.net Monica Mondo che l’ha conosciuto negli anni di studio all’università di Torino. Insieme, a 17 anni dalla sua scomparsa, segnaliamo un testo di Oriana Fallaci, pubblicato nei giorni scorsi da Libero, nel quale si sofferma sulle diverse età della vita affrontando anche il tema del suo rapporto con la morte. Un testo tutto da leggere che si conclude così: «Tutto, anche il dolore più infame, è meglio del nulla».

18 Settembre

Perché piace tanto Tolkien

Il 2 settembre di cinquant’anni fa moriva John Ronald Reuel Tolkien. La sua opera più famosa, “Il Signore degli anelli”, secondo alcune statistiche è il secondo libro più letto al mondo dopo la Bibbia. A Tolkien ha dedicato un interessante articolo il Wall Street Journal, ripubblicato in Italia dal Foglio. Nel testo che proponiamo un rabbino sottolinea come per cogliere «l’incanto duraturo delle sue opere, è necessario comprendere una caratteristica centrale della sua vita: la sua fede cattolica». Una visione ispirata alla Bibbia che «ci chiede di vedere la storia attraverso la lente sia della provvidenza che del potere, poiché gli eventi riflettono la tensione tra la scelta umana e l’intervento divino». In Tolkien il fantasy non è fuga dalla realtà ma diventa espressione del massimo realismo.

10 Settembre

Quella croce che non vuole scomparire

Cinque operai travolti da un treno mentre lavoravano di notte sui binari. Quella accaduta a Brandizzo è una tragedia che lascia senza fiato. Di fronte a quanto successo suonano come voci stonate le polemiche di chi cerca pretesti per battaglie di altra natura e le dichiarazioni di chi invoca nuove norme, come se non bastassero quelle che già ci sono. Uno sguardo diverso ci arriva dall’articolo di Renato Farina su Libero del 6 settembre, che segnaliamo questa settimana, con le testimonianze che riporta e che da sole valgono più di qualunque discorso.

03 Settembre

L’appiattimento del mondo ci ha distrutti, perché mi interessa CL

Riprende da oggi l’appuntamento domenicale con la newsletter «Fissiamo il pensiero». Nella miriade di informazioni da cui siamo bombardati noi vogliamo semplicemente offrire ogni settimana una proposta di lettura di un articolo o di un testo che riteniamo significativo come aiuto per vivere meglio e in modo più consapevole. Oggi segnaliamo l’intervista al quotidiano online ilsussidiario.net del politologo francese Olivier Roy in occasione del recente Meeting di Rimini. La sua è un’analisi molto acuta sul mondo in cui viviamo caratterizzato da un «livellamento» nel quale «non c’è più trascendenza, non c’è più mistero». Soprattutto «non esiste più un senso comune implicito e condiviso» e questo ha portato al venir meno dei legami sociali. A Roy perciò interessano realtà come Comunione e Liberazione o Sant’Egidio che si muovono in controtendenza in una «logica di creazione di legami sociali».

22 Luglio

L’abbeveratoio di McCarthy e la promessa di un destino buono

Quella di oggi è la nostra ultima newsletter prima della pausa estiva e vogliamo lasciare a chi ci segue un consiglio di lettura. Lo scorso 13 giugno, a quasi 90 anni d’età, è morto Cormac McCarthy, uno dei più grandi scrittori contemporanei. I suoi, scrive Enzo Manes in un articolo che ripercorre la sua opera, «sono libri pieni di tutto. Quindi di vita intera. Romanzi che vedono lontano e prima. Che respingono la facile consolazione. Perché la realtà va vissuta da uomini veri. In terra di confine. Su scomodi cavalli. Senza chinarsi alla rassegnazione. Perché con la vita si duella. Come nei western». Insieme riproponiamo un brano memorabile tratto da «Non è un paese per vecchi», uno dei romanzi più noti di McCarthy, come augurio a tutti di saper cogliere nelle piccole cose della vita la promessa di un destino buono per ciascuno.

16 Luglio

L’Europa e le «guerre culturali» sull’ambiente

Transizione ecologica, riduzione delle emissioni, politiche ambientali, passaggio all’auto elettrica, Green Deal europeo. Su questi temi c’è il rischio di una contrapposizione di generazioni e ceti in una «guerra culturale» tra i pasdaran di un ambientalismo ideologico e i cosiddetti conservatori. Lo scrive in un editoriale sul Corriere della Sera Antonio Polito dopo l’approvazione della nuova legge sul ripristino della natura da parte del Parlamento europeo. Per Polito, che alcuni anni fa è stato ospite a Brescia della Fondazione San Benedetto e che ci ripromettiamo di invitare ancora, i governi sono chiamati a «fare in modo che l’indispensabile transizione ecologica non fallisca, trasformandosi in un aspro e inconcludente conflitto tra Stati, tra popoli, tra cittadini». Un obiettivo che vede in primo piano il ruolo e il futuro dell’Europa. E proprio all’Europa nel prossimo autunno dedicheremo come fondazione un ciclo di incontri di formazione con l’intervento di esperti delle istituzioni europee.

08 Luglio

Vedere il mare la prima volta a 90 anni, lo stupore che fa vivere

Ha 90 anni e ha visto il mare per la prima volta solo pochi giorni fa. Lo scrittore Ferdinando Camon in un articolo su Avvenire commenta la singolare esperienza di una donna, ospite di una casa di riposo in provincia di Vicenza. In un mondo in cui si viaggia e ci si sposta con estrema facilità vedere il mare sembra una cosa scontata, a cui in fondo si è abituati come ci si abitua a tutto. Per questa anziana diventa invece un’esperienza che «scombussola tutto quello che sai, o meglio che credevi di sapere. Tu sbocchi sull’infinito». E se è così «si può smettere di voler morire». Per desiderare di vivere occorre lo stupore. 

01 Luglio

La natura illusoria del potere

I recenti sviluppi della guerra in Ucraina, in particolare sul versante russo, hanno portato alla luce un clamoroso scontro di potere, per ora solo in parte disinnescato. Partendo da queste vicende segnaliamo l’articolo di Antonio Socci su Libero del 26 giugno nel quale si riflette sulla «natura illusoria del potere». Una questione che non coinvolge solo Putin o qualunque altro potente, ma che ultimamente, in diversa misura, può riguardare tutti. Anche ognuno di noi. «Certo – scrive Socci – il potere inebria e può dare un’illusione di forza, perfino di onnipotenza, ma è un delirio a cui non dare credito». Nell’articolo ci sono tre fulminanti citazioni di Leopardi, di Pascal sul destino di Oliver Cromwell e di Benedetto XVI che da sole meritano la lettura.

25 Giugno

Infinite cose sorpassano la ragione, i 400 anni di Pascal

Il 19 giugno ricorrevano i 400 anni dalla nascita di Blaise Pascal, filosofo e scienziato che, pur essendo vissuto solo 39 anni, ha lasciato un segno indelebile nella storia del pensiero come descrive il profilo che ne ha tracciato il cardinal Gianfranco Ravasi sul Sole 24Ore. Anche Papa Francesco ha voluto ricordare Pascal con una lettera apostolica. Nei suoi “Pensieri”, la sua opera più nota, spicca soprattutto un’idea di ragione che non si chiude su sé stessa, nella propria presunta autosufficienza, ma che si esprime come “stupita apertura alla realtà”. Un’apertura che guarda al sapere e alla conoscenza come a un insieme unitario. Un approccio molto attuale in un’epoca come la nostra nella quale, come sottolinea Edgar Morin, un altro grande del pensiero, c’è invece il rischio di “parcellizzare” la persona, inseguendo il mito di un’iperspecializzazione che “sa solo separare, spezzare il complesso del mondo in frammenti disgiunti”.

18 Giugno

Le vite vissute di Silvio Berlusconi e Flavia Franzoni

Questa settimana è stata segnata da due lutti che hanno coinvolto rappresentanti della vita pubblica del nostro paese: quello per la morte di Silvio Berlusconi e quello per la scomparsa della moglie di Romano Prodi, Flavia Franzoni. Nel primo caso abbiamo apprezzato l’omelia pronunciata al funerale dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini. Un testo «poetico», come l’ha definito monsignor Camisasca durante la diretta Rai, fatto di poche frasi nelle quali ogni parola esprime una densità umana che colpisce per la sua verità. Su questo segnaliamo il commento di Giuliano Ferrara apparso sul Foglio. Nel secondo caso, sempre dal Foglio, proponiamo la lettura della lettera di Franco Prodi, fratello di Romano, in ricordo della cognata. Una testimonianza di una vita vissuta in coppia per 54 anni, portando sempre dentro «la freschezza di quegli anni nei quali Flavia e Romano si sono incontrati». Una bellissima storia d’amore che esprime un eroismo della vita quotidiana che oggi viene ritenuto impossibile.

10 Giugno

Don Milani oltre i luoghi comuni

In queste settimane sono state numerose le occasioni per ricordare don Lorenzo Milani nel centenario della sua nascita. Le rappresentazioni banali e scontate, frutto di superficialità e pigrizia mentale, funzionali al conformismo progressista, fanno solo torto alla figura del priore di Barbiana. «Spesso don Milani dovette difendersi da coloro – in genere laici e di sinistra – che volevano mettergli la loro casacca, tirarlo dalla propria parte e magari strumentalizzarlo contro la Chiesa», scrive Antonio Socci in un articolo su Libero raccontando chi era veramente e la sua profonda fede cattolica con testimonianze poco conosciute.