Te Deum laudamus per chi ha perso tutto per la fede
Le persecuzioni in Medio Oriente hanno squassato dalle fondamenta il mondo cristiano moderno. Ma le sfide forti sono sempre necessarie? (Da Tempi di Amel Nona)
Anticipiamo il Te Deum scritto per il primo numero del mensile Tempi da Amel Nona, arcivescovo dell’eparchia caldea di San Tommaso Apostolo a Sydney. È stato arcivescovo di Mosul, in Iraq, fino all’estate del 2014, quando le milizie terroriste dello Stato islamico hanno invaso la città e cacciato tutti i cristiani. Te Deum laudamus per la liberazione delle città e dei villaggi cristiani in Iraq dal controllo dei jihadisti. È stata davvero una buona notizia quella che mi ha informato che la terra dove i cristiani hanno vissuto per duemila anni è stata liberata. Ora i cristiani che sono rimasti in Iraq avranno la possibilità di tornare alle loro chiese e alle loro proprietà. Siamo stati felici quando abbiamo visto l’Isis sconfitto in Iraq e Siria, perché nessuno vuole vivere nel terrore. Questa è la natura umana. Riflettendo sulla liberazione, sulla gioia dei cristiani in particolare, ma anche sull’influenza che questi fatti hanno avuto su tanta gente lontana da quelle terre, mi chiedo – vivendo ormai in una società occidentale – se la fede cristiana abbia bisogno sempre di sfide così grandi per restare attiva e viva in mezzo alla gente.