Quell’ateismo che ha bisogno di parlare con Dio
In Dostoevskij l’omicidio è un atto perfettamente religioso. Ma ciò che per noi è assurdo, per Dostoevskij, che non ama la dialettica, è materia prima redentiva (Da ilsussidiario.net di Giacomo Scanzi)
Quella del giovane Ippolit è una dichiarazione d’ateismo. Ma anche l’ateismo per Dostoevskij possiede da una parte una sua originale natura russa e dall’altra una banale natura europea. Eroico, tragico, e personale il primo. Di massa e superficiale il secondo. L’ateismo russo presuppone l’esistenza di Dio, l’interlocutore sconosciuto e silente. Dio diventa, in altre parole, l’oggetto di una sfida. Basti il dialogo di Ivan con il diavolo nei Karamazov, per comprendere quanto il nulla e il tutto respirino il medesimo ossigeno.