Pavese e Melville, due balenieri a caccia del Mistero
L’incontro con il capolavoro di Melville fu determinante per Pavese. Il simbolo è la porta di accesso al mistero delle cose (Da ilsussidiario.net, di Carlo Bortolozzo)
“Infine gli piace assai Herman Melville, il cui Moby Dick ha tradotto, non sa con quanta competenza, ma con molto trasporto, una ventina di anni fa e che ancora adesso gli serve da pungolo a concepire i suoi racconti non come descrizioni ma come giudizi fantastici della realtà”. Così Cesare Pavese riassumeva il suo ultimo giudizio su Melville nel giugno del 1950, pochi mesi prima di morire, in un’intervista alla radio (ora in La letteratura americana e altri saggi). Tra i tanti meriti di Pavese vi è quello di aver introdotto in Italia la conoscenza dei grandi scrittori statunitensi, insieme con Vittorini, ideatore della famosa antologia Americana, pubblicata da Bompiani nel 1942.