Un prof: noi, cultura “pop” che vorremmo essere come Angela e Bonolis
Come ha scritto Giorgio Agamben, “l’uomo moderno torna a casa alla sera sfinito da una farragine di eventi nessuno dei quali è però diventato esperienza”. A scuola è lo stesso (Da ilsussidiario.net, di Valerio Capasa)
Ci sono ore di lezione in cui finisco in preda alle allucinazioni. Sento di trasformarmi in un prete che celebra cresime, ma nessun portale mi protegge la vista dai gradini all’uscita, e allora li vedo tutti, i parenti lì fuori che fumano e sbuffano, totalmente disinteressati alla predica, e scalpitanti per il ristorante: me li ritrovo dentro l’aula quelli che non credono (alla poesia), e non vedono l’ora che la campanella interrompa questa interminabile omelia letteraria, e che si arrivi presto al sodo, ossia al buon voto in pagella e a esser liberi di farsi i fatti propri, che alla fin fine è quel che conta…