La Pasqua in galera di Dostoevskij
La notte terribile in cui il grande autore russo, incarcerato tra ubriaconi, assassini e bestemmiatori imparò ad avere per loro «tutto un altro sguardo» (Fonte Tempi)
Proponiamo stralci di un racconto autobiografico di Fëdor Dostoevskij, pubblicato in Diario di uno scrittore (1876) e in numerose altre raccolte con il titolo “Il contadino Marej”. Un bellissimo affondo sull’incontro, il peccato e la salvezza ambientato nella prigione siberiana dove il grande autore russo trascorse quattro anni per motivi politici circondato da ubriaconi, assassini e bestemmiatori.
Era il secondo giorno di Pasqua. Nell’aria tiepida, nel cielo azzurro, alto, quasi caldo, luminoso splendeva il sole; ma l’anima mia era buia e come spenta. Erravo dietro le caserme, osservavo, contandoli, i pali massicci della palizzata che chiudeva il carcere, ma non avevo voglia di contarli, sebbene per me fosse un’abitudine…