Luna: prima di Armstrong, ci sono stati Jannacci e Ciàula
La Luna ha sempre colpito l’immaginario umano, muovendo scrittori, poeti e cantanti a declamarne la misteriosa bellezza (Da ilsussidiario.net di Valerio Capasa)
Pochi anni prima che Neil Armstrong mettesse piede sulla luna gli uomini avevano smesso di guardarla. Come tutto ciò che è luminoso, la luna necessita del buio: chi non attraversa la notte, però, vivacchia di lampioncini, e non sa cosa sia quel chiarore fuori dalla finestra che ti punta agli occhi e ti strappa la pace del sonno, al pari delle ombre che ti assillano dentro. Negli anni Sessanta la notte cominciò a essere tanto illuminata da oscurarsi: «la notte durava venti secondi, e venti secondi il gnac». Questo l’incipit calviniano di un racconto di Marcovaldo: «il gnac era una parte della scritta pubblicitaria spaak-cognac sul tetto di fronte, che stava venti secondi accesa e venti spenta, e quando era accesa non si vedeva nient’altro. La luna improvvisamente sbiadiva, il cielo diventava uniformemente nero e piatto, le stelle perdevano il brillio».