Vasilij Grossman ritorna a Stalingrado
Dagli Stati Uniti arrivano una nuova edizione di “Stalingrad” e una dettagliata biografia dello scrittore a firma della giornalista Alexandra Popoff (Da Avvenire di Riccardo Michelucci)
Nato nel 1905 da una famiglia ebrea, nelle sue opere denunciò le tragiche analogie tra l’antisemitismo di Hitler e quello di Stalin, mettendone sullo stesso piano gli orrendi crimini contro l’umanità Solo la morte di Stalin, nel 1953, salvò Vasilij Grossman dall’arresto e dalla deportazione. Lo scrittore russo era stato uno dei più grandi cronisti della Seconda guerra mondiale, aveva assistito all’assedio di Stalingrado e alla controffensiva sovietica che ribaltò le sorti del conflitto. Ma alla fine degli anni ’40 era ormai annoverato a tutti gli effetti tra i dissidenti. La sua fama di eroe di guerra era riuscita a salvargli la vita ma non a evitargli di cadere in disgrazia. Secondo i censori sovietici il suo capolavoro Vita e destino era un testo assai più pericoloso del Dottor Živagodi Boris Pasternak, che pure era già diventato un best seller negli Stati Uniti e in Europa.