Il moralismo immorale che produce la paralisi
In un Paese moderno devono prevalere la capacità di dialogo e il rispetto, non è possibile andare avanti tra editti e insulti e coltivando il sospetto (Dal Corriere della Sera di Luciano Violante)
Miei cari amici moralisti immaginari, ho deciso di scrivere a voi che siete stati parlamentari nella scorsa legislatura, o lavorate nei mezzi di comunicazione, o siete magistrati in diversi uffici giudiziari, o insegnate o studiate e che ho incontrato in tante occasioni. Voi, pur vivendo in posti diversi e tra loro lontani, pur essendo diversi per professione, gusti culturali e stili di vita, fate parte della stessa comunità. Un insieme di donne e di uomini, insoddisfatti delle vicende della politica e turbati dalle notizie di cattivo uso delle funzioni pubbliche, peraltro non raramente rivelatesi infondate, che hanno adottato il moralismo come parametro di valutazione delle attività politiche. Conseguentemente voi ritenete la politica regno del malaffare e la società civile luogo della innocenza. Io penso che voi siate in buona fede e non mi rivolgo quindi a coloro che invocano roghi, condanne, espulsioni ad ogni pié sospinto al solo fine di acquisire voti, ascoltatori o lettori, secondo la professione…