Dopo il voto, la strada contro la solitudine
Troppi italiani durante la campagna elettorale che si è appena conclusa si sono dimostrati soli, isolati e spaventati: questo stato d’animo ha condizionato il voto (Da ilsussidiario.net di Giorgio Vittadini)
Soli, isolati e spaventati. Così hanno mostrato di essere tanti, troppi italiani durante la campagna elettorale. Non è una considerazione tanto sull’esito del voto, ma sui criteri usati per votare, che sono apparsi ultimamente condizionati dalla solitudine delle persone. Non la solitudine di chi non ha contatti, ma di chi è isolato, non quella di chi ha problemi, ma quella di chi non vede una strada per risolverli. E questo riguarda trasversalmente la scelta fatta per tutte le forze politiche o i candidati in campo. Certo, proprio i partiti che più hanno fatto leva sulla paura e sull’emotività sono quelli che hanno incrementato il loro consenso ma, in fondo, hanno potuto affondare il piede sul pedale delle emozioni perché hanno trovato persone sole. Alcuni sono andati a votare spinti dal solo interesse per la difesa personale, quando micro-criminalità e crimini violenti scendono da anni; altri hanno orientato la scelta contro un leader di partito per pura antipatia, senza sapere cosa avesse fatto o, al contrario, ne hanno sostenuto uno per la sua forte personalità, senza porsi il problema di ciò che si proponeva di fare.