Solo la realtà può salvare l’io e i suoi “amici”
Facebook non è solo uno strumento di socializzazione virtuale, è anche un’arma di potere. A cui si può sfuggire. Riscoprendo di essere persone e tornando alla (vera) realtà (Da ilsussidiario.net di Fernando De Haro)
Il caso Facebook-Cambridge Analytica ha confermato quel che tutti immaginavamo: la rete che Mark Zuckerberg ha creato, quando ha lasciato Harvard 13 anni fa, non è solo uno strumento di socializzazione virtuale, ma è anche un’arma di potere, con un’immensa quantità di dati a disposizione che permette di segmentare le informazioni e creare una pseudo-informazione, entrando nell’io più intimo, nei rapporti di “amicizia”. Tanto è il potere accumulato dal social network, che il caso scoperto, l’uso dei dati personali di 50 milioni di utenti per la campagna Trump, invita a ripensare quali sfide deve affrontare il diritto alla privacy, all’informazione e alla partecipazione politica. I princìpi dello Stato liberale sono stati capovolti. Il caso invita, soprattutto, a recuperare l’intangibilità dell’io.