DI CHI È LA MARMOLADA?
Intanto che Salvini lavora per rimandare a casa tutti i negher, lì sulle crode si litigano per le bandiere sulle cima. E speriamo che non nevichi, che a tremila a settembre fa già un bel freddo. (Il Foglio)
Intanto che Salvini lavora per rimandare a casa tutti i negher, lì sulle crode si litigano per le bandiere sulle cima. E speriamo che non nevichi, che a tremila a settembre fa già un bel freddo. (Il Foglio)
In questi giorni ha colpito la notizia del suicidio di una studentessa all’interno di un’università milanese. Un fatto che per un attimo obbliga a porsi domande che normalmente rimangono sepolte e dimenticate nella distrazione generale. Davanti a queste notizie vengono in mente gli articoli in cui il grande scrittore e drammaturgo Giovanni Testori sul Corriere e sul settimanale Il Sabato si occupava di drammatici fatti di cronaca. Come scrive Alessandro Gnocchi su il Giornale, Testori «sapeva cogliere l’eterno nelle storie considerate piccole soltanto da chi non era capace di comprenderle davvero». Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Testori e a lui sarà dedicata la serata di apertura del Mese Letterario il 13 aprile. Un’occasione per riscoprirlo. Leggendo Testori, scrive Gnocchi, «si rimane stupefatti: dove sono finiti i corsari da prima pagina, i Testori, i Pasolini, gli Sciascia e gli Arbasino?»
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