L’indaffaratismo di Marta (e noi)
Papa Francesco ha coniato una nuova parola: “indaffaratismo”. E’ l’operosità distratta di Marta che ha preferito il lavoro alla contemplazione di Cristo. (Da ilsussidiario.net di Giuseppe Frangi)
A Papa Francesco può capitare di inciampare camminando, com’è accaduto l’altro giorno. Ma certo non di inciampare sulle parole. Martedì, durante la messa mattutina a Santa Marta, ne ha coniata una tanto precisa ed efficace quanto complicata da pronunciare: “indaffaratismo”. Oggi ha detto siamo cultori e prigionieri della religione dell'”indaffaratismo”. Ovvero siamo persone sempre “indaffarate”, che hanno sempre da fare. Lo spunto veniva dal Vangelo di quel giorno, vale a dire la pagina di Luca dedicata a Marta e Maria. Nella casa in cui Gesù è ospitato, ha ricordato Francesco “c’era Maria, che ascoltava il Signore” mentre la sorella Marta “era occupata nei servizi, andava da una parte all’altra, ‘distolta’, come dice il Vangelo”. Marta era anche una donna risoluta e coraggiosa, tanto da farsi avanti per lamentarsi della sorella che non faceva nulla. Istintivamente siamo tutti dalla sua parte, anche perché ci sentiamo tutti nelle sue condizioni.