Il primo vagito e pianto, sino al Padre
(Da Avvenire di Marina Corradi)
«La nostra prima preghiera, in un certo senso, è stato il vagito che ha accompagnato il primo respiro. In quel pianto di neonato si annunciava il destino di tutta la nostra vita: la nostra continua fame, la nostra continua sete, la nostra ricerca di felicità». Lo ha detto papa Francesco nell’ultima Udienza, pochi giorni fa. È una parola che fa riflettere sulla vita, e sul Natale, ormai così vicino. Il primo vagito come la prima preghiera di un uomo. In quell’istante in cui, strappato all’ombra calda del grembo materno, la luce lo acceca, e per la prima volta avverte sulla pelle il freddo; e l’aria, che irrompe con forza nei polmoni, brucia. Scacciato dalla pace del grembo, gettato nel fiume della vita, il bambino lancia il primo vagito che è insieme respiro, paura, istinto vitale: e preghiera, dice il Papa. Quella preghiera, spiega, che «si annida dovunque c’è un uomo, un qualsiasi uomo che ha fame, che piange, che lotta, che soffre e si domanda “perché”».