François Cheng, il libro Dietro al velo del Natale
«L’anima» (Bollati Boringhieri): dal novantenne autore sino-francese una lezione su temi profondi ma trascurati. Che ispirano una riflessione sul senso delle feste (Dal Corriere della Sera di Susanna Tamaro)
L’altra sera, tornando a casa, mi sono resa conto che il Natale è ormai vicino. Il caldo anomalo di quest’autunno me lo aveva fatto quasi scordare. Attraversando la notte silenziosa delle campagne, a un tratto ho visto brillare di luci e festoni multicolori tutte le abitazioni del paese in cui vivo. Il Natale, con le sue musichette ossessive, con la coazione a comprare, con la presenza straripante del pancione barbuto e le sue renne, è diventato ormai un ciclico rito pagano, un altare su cui si sacrificano soldi, malumori, nevrosi. Ci si sottopone a un obbligo ma, al tempo stesso, non si desidera altro che fuggirne perché del senso della festa non è rimasto nulla, se ne è andato via come le bisce quando sgusciano fuori dalla loro pelle. Siamo spinti continuamente a divertirci, ma questo tipo di frenetico intrattenimento credo sia l’esatto opposto del vivere la gioia di una vera festa.