Jan Palach: un sacrificio lungo 50 anni e lo spartiacque della libertà
Praga, 16 gennaio 1969: un 21enne scuote i cecoslovacchi (e il mondo) dandosi fuoco nella piazza Venceslao. Una protesta contro la soppressione che non fu inutile (Da ilsussidiario.net di Raffaele Magaldi)
Praga, 16 gennaio 1969. La vita nella capitale della Cecoslovacchia si trascina monotona e grigia sotto l’occhio vigile dei soldati intervenuti l’estate precedente per mettere fine alle riforme del “Socialismo dal volto umano”. Un giovane non ancora ventunenne, iscritto alla facoltà di Filosofia dell’Università Carolina di Praga, scuote i suoi connazionali dal loro torpore dandosi fuoco nella centralissima Piazza Venceslao, vicino al Museo Nazionale. Lascia un biglietto, firmandosi “La fiaccola numero 1” e lasciando intendere che, qualora le sue richieste non verranno esaudite, altri ragazzi si sarebbero dati fuoco. Formula due richieste: l’abolizione della censura e la cessazione della diffusione del periodico propagandistico Zpravy, gestito direttamente dalle forze sovietiche di invasione. Fin da subito il giovane Palach spiega chiaramente che il suo non è un suicidio, ma un gesto di protesta contro la soppressione della libertà d’opinione nel Paese.