Nave nella tempesta ma dentro una bolla
(Da Avvenire, di Marina Corradi)
Domenica 10 febbraio, mattina. Come d’abitudine, appena bevuto il caffè vai sui siti della stampa nazionale. A Sanremo ha vinto un ragazzo che si chiama Mahmood e si sente «italiano al cento per cento». Bene, ti dici, anche questa è integrazione; poi scorri col dito, a cercare altre notizie. Il secondo titolo è su un cantante che ha perso, e ha mandato a quel paese i giornalisti. Il terzo è su Salvini, non soddisfatto che abbia vinto uno che si chiama Mahmood. Poi le polemiche sul televoto, che avrebbe decretato un altro vincitore. La sala dell’Ariston protesta perché preferiva Loredana Bertè. E così via, dieci titoli su Sanremo. Allora cambi testata: è lo stesso. Un’altra: uguale. Per trovare una notizia che riguardi la realtà devi spingere il dito fino all’undicesimo titolo. Un po’ smarrita spegni lo smartphone. A mezzogiorno riprovi: come prima, con polemiche e pettegolezzi aggiornati. Alle tre, ancora. Finché non cominciano le partite, e arrivano sui siti i primi gol…