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Cattedrale, il luogo dove tutto diviene facile

  • Data 16 Aprile 2019

Ecco il luogo del mondo dove tutto diviene facile / Il rimpianto, la partenza e anche l’avvenimento. / E l’addio temporaneo e anche la separazione / Il solo angolo della terra dove tutto si fa docile. […] / Ciò che dappertutto altrove è un’aspra lotta / E una lama da macello tesa alla gola, / Ciò che dappertutto altrove è la potatura e l’innesto / Qui non è che il fiore e il frutto del pesco. / Ciò che dappertutto altrove è la noiosa abitudine / Seduta accanto al fuoco, le mani sotto il mento, / Ciò che dappertutto altrove è solitudine / Qui non è che un vivace e forte germoglio […]. / Ce ne han dette tante, regina degli apostoli, / Abbiamo perso il gusto per i discorsi / Non abbiamo più altari se non i vostri / Non sappiamo nient’altro che una preghiera semplice”. Questi versi, a metà tra la poesia e la preghiera, scrisse Charles Péguy un anno dopo i giorni di giugno del 1912, quando aveva fatto a piedi centotrenta chilometri da Parigi per raggiungere, in pellegrinaggio, la cattedrale di Chartres, anche questa dedicata alla Nostra Signora. La sua casa, cioè “il luogo del mondo dove tutto diviene facile”, il cuore stesso, per il poeta, della Francia cristiana. Non è la stessa Notre Dame che sta bruciando in queste ore, ma in una sera come questa, sono lo stesso, identico, luogo. Il luogo che per Péguy era anche il più adatto “per piangere a lungo sulla nostra povera storia, / e contemplare da lontano il vostro giovane splendore”. (Maurizio Crippa, Il Foglio)

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piergiorgio

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«La parola letteraria è come una spina nel cuore che muove alla contemplazione e ti mette in cammino». Questa settimana apriamo la nostra newsletter domenicale con queste parole di papa Francesco tratte dalla sua lettera ai poeti, pubblicata l’anno scorso, di cui vi proponiamo la lettura. Fra i tanti testi possibili abbiamo scelto questa lettera per esprimere la nostra gratitudine per ciò che questo Papa è stato. Le sue sono parole che vanno dirette al cuore. La poesia e la letteratura diventano un aiuto formidabile «a capire me stesso, il mondo, ma anche ad approfondire il cuore umano». Fanno emergere un’esperienza «debordante», che spinge ad andare «oltre i bordi chiusi», a non addomesticare le inquietudini. «Raccogliete gli inquieti desideri che abitano il cuore dell’uomo – scrive ai poeti -, perché non si raffreddino e non si spengano». Allo stesso modo c’è l’invito a non «addomesticare il volto di Cristo, mettendolo dentro una cornice e appendendolo al muro». Significa «distruggere la sua immagine».

foto rawpixel.com

Quanto scrive Francesco lo sentiamo particolarmente vicino perché esprime molto efficacemente lo spirito che ci ha sempre mosso nella proposta di un’iniziativa come il Mese Letterario. Come abbiamo sottolineato non si tratta di un’attività culturale o di divulgazione, né tantomeno è una forma di intrattenimento. Nel suo piccolo per tante persone è stata invece un’occasione per riscoprire la ricchezza umana che la letteratura può offrire oltre al valore della lettura come atto di libertà. In alcuni grandi scrittori e poeti abbiamo trovato quel fuoco che è alimentato dalle domande fondamentali sull’esistenza e da un desiderio di verità, di giustizia, di bellezza che non accetta di adeguarsi a qualche sistemazione accomodante. Tra parantesi ricordiamo che giovedì 8 maggio prenderà il via la quindicesima edizione del Mese Letterario. Per chi non si fosse ancora iscritto è possibile farlo a questo link dove trovate anche il programma degli incontri. 
Tornando a papa Francesco, in questi giorni sono stati pubblicati parecchi articoli, alcuni davvero interessanti, sulla sua figura e sul suo pontificato. Qui vogliamo semplicemente segnalarvi un breve ricordo scritto dal cardinale Angelo Scola sul Corriere. «In questi giorni — più che interessarmi di analisi e bilanci del papato di Francesco, in ogni caso troppo prematuri — la domanda che si è aperta in me – osserva Scola – è stata: quale richiamo il Padre Eterno ha suggerito alla mia vita e per la mia conversione attraverso papa Francesco?». Ecco questa domanda descrive, prima di ogni analisi o considerazione, la posizione più vera per vivere questi giorni.      

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