“È uno tsunami. E muoiono lucidi”
Viaggio tra i medici eroi nella terapia intensiva del San Carlo (Da Il Giornale, di Gian Micalessin)
«Sai qual’è la sensazione più drammatica? Vedere i pazienti morire da soli, ascoltarli mentre t’implorano di salutare figli e nipotini». La dottoressa Francesca Cortellaro, primario del pronto soccorso dell’Ospedale San Carlo Borromeo ti guarda, comprende il tuo stupore. «Vedi il pronto soccorso? I pazienti Covid-19 entrano soli, nessun parente lì può assistere e quando stanno per andarsene lo intuiscono. Sono lucidi, non vanno in narcolessia. È come se stessero annegando, ma con tutto il tempo di capirlo. L’ultimo è stato stanotte. Lei era una nonnina, voleva vedere la nipote. Ho tirato fuori il telefonino e gliel’ho chiamata in video. Si sono salutate. Poco dopo se n’è andata. Ormai ho un lungo elenco di video-chiamate. La chiamo lista dell’addio. Spero ci diano dei mini iPad, ne basterebbero tre o quattro, per non farli morire da soli».