Due angeli di carità nel recinto delle colerose
Nel 1836 il colera dilagò in città. Paola di Rosa (la futura santa Maria Crocifissa) e Gabriella Echenos entrarono nel lazzaretto per assistere le malate (Dal Bresciaoggi, di Piergiorgio Chiarini)
I tempi sono cambiati, le condizioni sanitarie e igieniche enormemente migliorate, mala storia degli ultimi secoli anche a Brescia è carica dellamemoria di epidemie ricorrenti di cui restano mute testimoni lapidi dimenticate, statue a San Carlo Borromeo o qualche pala d’altare nelle chiese. Oggi si lotta contro il coronavirus, ma prima ci furono la peste, il colera, la spagnola, per citare solo le pestilenze che hanno interessato il territorio bresciano dal 1600 in poi. Veri flagelli che mettevano in ginocchio intere comunità.