Pasolini, il poeta che sfidò il nulla
(Da www.centroculturaledimilano.it)
Pasolini antropologo-artista radicava in un senso “sacro” del vivente la sua ricerca di realismo, lo sguardo dolcissimo e duro, debitore dei maestri di pittura, la lingua dantesca struggente e febbrile.
Il concept della Mostra è di guardare alla contemporaneità di Pasolini, non far cadere l’attualità delle sue riflessioni sulla tradizione e la sua rottura moderna, l’io e il potere, l’educazione e la grande omologazione, il senso religioso e il sacro, espressi sia dalla poesia che dal suo giornalismo. Questo confronto con l’oggi si documenta nelle Videointerviste a protagonisti della vita culturale e sociale, a cura di giovani studenti universitari.
Accusò la nostra epoca di divenire il regno dell’astrazione e della omologazione. Le sue parole oggi risultano profetiche in anni di perdita di senso del reale (la realtà è il mio idolo, diceva) in favore di un nichilismo che riduce ogni frammento di realtà a frammento di discorso.
Quella mutazione antropologica descritta da PPP si intreccia con la crisi delle società che stiamo vivendo? Il grido da lui incarnato del bisogno di significato è ancora parte delle nuove generazioni?
Pasolini andrebbe letto e riletto accanto a coloro che hanno visto l’eclissi e il manifestarsi del sacro come scena profonda della nostra epoca. Su tale scena profonda seppe leggere le scene di superficie come l’affermazione del modello consumista.