PENSARE POSITIVO E L’ANIMA IMMORTALE
- Data 8 Aprile 2020
E’ così che gli psicospecialisti da megafono ci trattano tutti da spiriti fragili a cui dare dei colpetti sulla spalla, come se di fronte al numero di bare che escono dagli ospedali non si dovesse mai smettere di “pensare positivo”. Credo che invece vada difesa la libertà di pensiero e di stato d’animo. Altro che psicologia, per pensare positivo bisogna credere che la cosa più reale in noi sia l’anima immortale. (Alfonso Berardinelli, il Foglio)
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Uno sguardo sul mondo che ci riguarda molto da vicino
Questa settimana vogliamo richiamare l’attenzione su quanto sta avvenendo nel mondo attorno a noi perché ci riguarda molto più di quanto a prima vista potrebbe sembrare. Vogliamo offrire soprattutto occasioni e strumenti per conoscere, cercare di comprendere ed essere consapevoli di ciò che accade. Venerdì a Brescia si è tenuto l’incontro sulle elezioni americanedel prossimo novembre promosso dalla Fondazione San Benedetto. La sala del Centro Paolo VI era gremita di pubblico che ha seguito con grande partecipazione gli interventi di Marco Bardazzie Lorenzo Pregliasco. Nei prossimi giorni sarà disponibile online sul nostro sito il video dell’incontro. Il risultato che uscirà dal voto del prossimo 5 novembre si rifletterà inevitabilmente sui rapporti degli Stati Uniti con l’Europa. A seconda che vinca Donald Trump o Kamala Harris le scelte – hanno spiegato i due relatori – potranno essere diverse per esempio per quanto riguarda la guerra in Ucraina o la politica sui dazi, ma è certo che entrambi i candidati guardano sempre di più al Pacifico e alla competizione con la Cina, che a un’Europa avviata verso un progressivo declino. Al momento i sondaggi fotografano una situazione di sostanziale parità, con un leggerissimo vantaggio della Harris, ma il confronto elettorale lascia sempre più pensare – ha sottolineato Pregliasco – a una sfida all’ultimo voto, soprattutto nei cosiddetti «Swing States», i sette Stati (Wisconsin, Michigan, Pennsylvania, Georgia, North Carolina, Nevada, Arizona) ancora incerti che decideranno da che parte penderà la bilancia. Con il rischio anche di un risultato non chiaramente definito – ha detto Bardazzi -, uno scenario da scongiurare in un paese non solo estremamente polarizzato, ma sempre più spaccato. Tanti sono stati comunque i temi della campagna elettorale americana toccati nel corso del dibattito, in modo molto dettagliato e approfondito, per i quali vi rimandiamo al video.
Oltre agli Usa, in questi giorni in Medio Oriente stanno facendosi sentire in modo ancora più preoccupante i venti di guerra con l’allargamento del conflitto al Libano. Una situazione drammatica in cui appare sempre più evidente che la guerra porta solo morte, distruzione e miseria e non può mai essere la soluzione alle controversie. In questo senso è significativa l’esperienza avviata dalla Fondazione Oasis per favorire l’incontro e la conoscenza fra civiltà e culture diverse, in particolare fra cristiani e musulmani. Nel ventennale della sua presenza Oasis giovedì ha promosso a Milano una conferenza internazionale di grande interesse sul tema «Guerra e migrazioni. Ripensare i rapporti tra Occidente e mondo musulmano». È possibile rivederla a questolink. Tra i diversi interventi segnaliamo quello molto interessante del filosofo Massimo Cacciari. In occasione della conferenza il cardinale Angelo Scola (che nel 2004 da patriarca di Venezia aveva promosso la nascita di Oasis) ha pubblicato un articolo sul Corriere della Seradi cui vi proponiamo la lettura. Siamo di fronte a un «mescolamento di popoli, culture e fatti spirituali» e le categorie di «tolleranza» e «integrazione» sono del tutto insufficienti per affrontare la nuova situazione, sottolinea Scola. Intanto il 7 ottobre sarà un anno da quando con l’attacco di Hamas a Israele è iniziata una fase di violenza e di guerra in Terra Santa con tutto quello che ne è seguito, dai bombardamenti su Gaza alla sorte degli ostaggi, fino all’estensione del conflitto al Libano con oltre centomila sfollati. Facciamo perciò nostro l’appello lanciato dal patriarca di Gerusalemme cardinale Pizzaballa perché il 7 ottobre sia una giornata di preghiera, digiuno e penitenza per implorare da Dio la pace e la riconciliazione in tutta la Terra Santa. Insieme sosteniamo e invitiamo a sostenere generosamente la raccolta di aiuti per gli sfollati in Libano promossa dal network Pro Terra Sancta. A questo link trovate tutte le informazioni ed è possibile fare direttamente le donazioni. Come Fondazione San Benedetto continua il nostro impegno a favore delle popolazioni colpite dalla guerra in Medio Oriente che negli ultimi anni ha visto la ricostruzione di una palazzina distrutta dai bombardamenti ad Aleppo in Siria e la realizzazione di un centro per l’accoglienza dei profughi in Libano.
Cristo si è fermato a Timor Est
C’è la fede semplice e genuina delle 600 mila persone di Timor Est o dei poverissimi abitanti dei villaggi fra la foresta e il mare in Papua Nuova Guinea che hanno accolto Papa Francesco durante il suo recente viaggio in Asia e Oceania. E pochi giorni fa, nell’udienza del mercoledì, ricordando il suo viaggio, il Papa si è detto «colpito dalla bellezza» di quei popoli «provati ma gioiosi». «Ho respirato aria di primavera», ha aggiunto, sottolineando di aver trovato una Chiesa «molto più viva in quei paesi». Una Chiesa che cresce non per proselitismo ma «per attrazione». E poi c’è la Chiesa stanca e autoreferenziale dei paesi europei che, nel deserto di umanità del mondo occidentale, sembra aver dimenticato l’originalità della fede in Gesù Cristo, preferendo occuparsi di altro. È un raffronto spiazzante che costringe chi crede a interrogarsi su cosa ne ha fatto della propria fede. Scrive Matteo Matzuzzi nell’articolo apparso sul Foglio di cui vi proponiamo la lettura: «Si è proprio sicuri che la fede genuina e semplice sia quella dei Sinodi infiniti che producono documenti, tabelle, schemi, strumenti di lavoro. Sinodi che vorrebbero combattere l’autoreferenzialità e poi finiscono per chiudersi in Vaticano per settimane a discutere di questioni che il mondo, fuori, conoscerà solamente attraverso sintesi e mediazioni? Si è proprio certi che ai popoli di Timor Est, di Singapore, ma anche al piccolo gruppo di fedeli della Mongolia o a quelli di Bangui interessino le elucubrazioni sul diaconato femminile, sul celibato sacerdotale, sulle attese del Cammino sinodale tedesco che tra un cenacolo sulla collegialità e l’istituzione di un Comitato ad hoc punta a rovesciare la struttura gerarchica della Chiesa? S’è mai domandato, qualcuno, perché i seicentomila cattolici riuniti per accogliere il Papa e pregare con lui siano tutti a Timor est e non nelle spianate bavaresi o nella Grand Place di Bruxelles?»
Ultima chiamata per l’Europa? Draghi dà la sveglia
Pochi giorni fa è stato presentato il rapporto sulla competitività europea curato da Mario Draghi. Un’agenda che suona come una sorta di ultimo appello, nel quale spicca il coraggio di dire le cose come stanno, evidenziando i ritardi, i compromessi, le incoerenze con cui l’Europa e i suoi Stati membri si sono mossi finora, «con una trazione più intergovernativa che comunitaria», e rimarcando ciò che è indispensabile fare subito per cercare di stare al passo con le sfide di oggi. Diversamente l’Europa e, di conseguenza, anche l’Italia saranno destinati a una progressiva irrilevanza e al declino. Su questo tema segnaliamo l’articolo dell’economista Lucrezia Reichlin sul Corriere della Sera. Riferendosi al rapporto di Draghi scrive: «Siamo di fronte ad una emergenza esistenziale e questo è il messaggio essenziale, lanciato ai tavoli della politica europea e direi soprattutto ai ministri che siedono al Consiglio».
In queste settimane l’attenzione è anche sugli Stati Uniti in vista delle elezioni presidenziali del 5 novembre, un appuntamento che ci riguarda molto da vicino, più di quanto si possa pensare. Le scelte che si faranno oltreoceano avranno infatti ricadute importanti sul nostro continente. Intanto lo scorso 10 settembre si è tenuto il dibattito fra Donald Trump e Kamala Harris. Su questo vi proponiamo l’analisi di quanto è successo fatta da Marco Bardazzi sul Foglio. Bardazzi insieme a Lorenzo Pregliasco, fondatore e analista politico di YouTrend, saranno ospiti a Brescia della Fondazione San Benedetto venerdì 27 settembre alle ore 18, proprio per darci gli ultimi aggiornamenti sulle elezioni americane. Dopo il primo incontro con loro, molto apprezzato, del maggio scorso, l’appuntamento sarà di nuovo al Centro Paolo VI in via Gezio Calini 30. L’incontro è aperto a tutti ma per partecipare è necessario registrarsi a questo link: https://fondazionesanbenedetto.it/2024/08/28/elezioni-usa-verso-lo-scontro-finale