Rémi Brague: «Siamo pazzi per troppa ragione»
Il filosofo cerca di tornare alla saggezza che deve fondare l’Europa: «Vogliamo andare sempre oltre, ma oltre cosa? La nostra storia è un misto di frumento e zizzania, il nostro compito è discernere» (Da Avvenire, di Daniele Zappalà)
Per il grande scrittore britannico Gilbert Keith Chesterton (1874–1936), il mondo moderno è «saturo di vecchie virtù cristiane divenute folli». Una riflessione, questa, di cui il filosofo francese Rémi Brague si è servito per riannodare i fili di una serie d’importanti saggi brevi, raccolti adesso oltralpe col titolo Des vérités devenues folles. La sagesse du Moyen Âge au secours des temps modernes (Salvator). «Chesterton ha pure parlato di ‘verità’ divenute folli e ho preferito riprendere questa versione. Egli definisce inoltre la follia con una formula altrettanto celebre, ovvero il fatto d’aver perduto tutto, salvo la ragione. Una volta perduto il contatto con la realtà, la ragione ‘vira nella follia’, come si può dire di una ruota dentata che non trasporta più nulla e sfugge al controllo», spiega Brague, la cui vasta riflessione si è arricchita negli ultimi anni di un versante spiccatamente etico: un’opera di scavo fra le soluzioni vecchie e nuove per evitare proprio una forma di follia collettiva di matrice modernista che fra l’altro, in questi mesi, trova forti risonanze nella crisi sanitaria globale.