Strage della Marmolada, quando la bellezza diventa morte
di Monica Mondo
da ilsussidiario.net – 5 luglio 2022
Marmolada, la montagna che splende di rocce cristalline, dei suoi azzurri ghiacciai. Che ci parla di altezze, dell’uomo e di Dio. Che tanta bellezza sia diventata rombo di morte, in una luminosa giornata d’estate, è mistero. Cerchiamo di spiegare tutto, cerchiamo le ragioni, le cause, le colpe. Almanacchiamo per chiudere una domanda che ci fa male. Perché tutto questo dolore, perché il male che trasfigura e trasforma in mostruosità il dono di tanta struggente grazia?
Certo, il riscaldamento globale. Certo, l’imprudenza, l’imperizia, di scalatori improvvisati. E l’azzardo di guide che avrebbero dovuto frenare, spiegare una prudenza che non esclude la baldanza e il desiderio ardente, ma è rispetto, studio delle proprie forze, coscienza che la natura è per noi, con i modi e i tempi giusti, ma può essere contro di noi, e cercare il limite, on the border, sempre, non aiuta a crescere e gustare. Non tutte le esperienze sono giuste e praticabili, non tutte le sfide sono lecite, senza calcolo e pazienza. Tutto vero.
Ecco, “chi ha creato il mondo e ciò che contiene dà a tutti la vita e il respiro ad ogni cosa”. Perché allora la toglie, perché alcuni e non altri, perché. Giobbe chiama Dio a testimonio, lo accusa, lo spinge a palesarsi e ad abbracciare la sua miseria. Non ci sono risposte se non parziali al male, per chi non crede, che non ha risposte. E quindi presto o tardi esclude anche le domande. E per chi crede, le domande si affollano con un’urgenza più bruciante man mano che col tempo, il dolore si affaccia e provoca, scandalizza, interroga.
Però possiamo chiedere a Dio, e spingerlo a palesarsi, anche nel male, ad abbracciarci, e farcelo amico, perché passi con noi il tempo della prova, e noi con lui, nella croce. Non c’è altro da dire, che tener vivo questo perché, e prima o poi Dio parlerà. Se non Lui, chi altri? Se non Lui, che speranza avremmo di salvezza per i bambini innocenti straziati dalle guerre, negli ospedali? Se non a Lui, a chi chiedere che gli amici tolti alla montagna siano accolti in paradiso? È un canto bellissimo degli alpini, che su quelle montagne hanno dato la vita. E si trattava di colpa degli uomini. Allora la montagna era madre, copriva con la sua neve candida la loro fine prematura. Oggi è stata matrigna, perché la natura, checché ci raccontino, non ha anima e cuore, domina, quanto più cerchiamo di dominarla. Ma Dio ha creato l’uomo a sua immagine e ha dato la vita per l’uomo. Questo vince il male, anche quello che ci pare, a ragione, troppo lacerante e insensato.