• Statuto
  • Organi
  • Le nostre attività
  • Sostienici
  • Archivio
  • Contatti
Email:
info@fondazionesanbenedetto.it
Fondazione San BenedettoFondazione San Benedetto
  • Statuto
  • Organi
  • Le nostre attività
  • Sostienici
  • Archivio
  • Contatti

Fissiamo il Pensiero

  • Home
  • Fissiamo il Pensiero
  • Il Meeting e la forza di un’esperienza

Il Meeting e la forza di un’esperienza

  • Data 4 Settembre 2022

Caro Aldo, al Meeting di Rimini si incontrano esperienze che sembrano «impossibili» come ciò che sta succedendo in Israele, negli ospedali. Lo hanno testimoniato con due interventi da brividi suor Aziza e il dottor Salem Billan. In Israele vi sono ospedali dove israeliani e palestinesi, ebrei, musulmani e cristiani operano insieme. Mentre fuori imperversano gli scontri, nelle corsie degli ospedali vi è la pace e come ha detto il dottor Billan bisogna portarla nella società. Perché vi è la pace negli ospedali? Perché lì non si guarda se uno è israeliano o palestinese, ma si guarda l’uomo!

Gianni Mereghetti 

Caro Gianni,

Grazie per la sua testimonianza, che mi ricorda il Parents Circle, l’associazione in cui il cardinal Martini quando era a Gerusalemme faceva incontrare i genitori israeliani e palestinesi che avevano perso un figlio in guerra o per un attentato terroristico. Ma al centro della sua lettera c’è il Meeting di Rimini. Ci sono tornato dopo qualche anno, e ho ritrovato quell’atmosfera di accoglienza, di serenità, di forza che ricordavo. Passiamo un intero anno a discutere di giovani, considerandoli un mistero impenetrabile — i millennials, la generazione Z —, e poi al Meeting ne trovi migliaia; e non sono chini sui cellulari. Ci sono volontari che dedicano al Meeting le loro ferie: giovani ingegneri, architetti, interpreti, giuristi, medici mettono la loro esperienza al servizio della comunità. Uno scrittore che stimo molto, Antonio Socci, ha sostenuto che negli ultimi tempi Rimini è diventata anche una passerella per Vip. Ma pure trent’anni fa si applaudiva Andreotti e si criticava De Mita (che rispose definendo i ciellini «teologi da spiaggia»). Il Meeting si è sempre confrontato con la politica, ed è giusto che sia così. Stavolta poi l’ha fatto al massimo livello, con quasi tutti i leader — moderati dal direttore del Corriere Luciano Fontana — e con il passo d’addio (forse solo provvisorio) di Mario Draghi. Alla fine il collante è la curiosità per il mondo e l’attitudine a non considerare nessuno come un estraneo. Perché alla fine — l’hanno notato Franco Nembrini e Massimo Camisasca parlando di Dante — «de te fabula narratur»: è sempre di te che parla la storia.

Aldo Cazzullo

dal Corriere della Sera – 27 agosto 2022

  • Condividi

Articolo precedente

La politica malata e l’amore per la realtà
4 Settembre 2022

Prossimo articolo

Un paese in cerca della fiducia perduta
11 Settembre 2022

Ti potrebbe interessare anche

manzoni
Ricordando Manzoni, in guardia dalle donne Prassede di oggi
28 Maggio, 2023
La fede è per la ricerca della felicità o per trovare un comfort?
21 Maggio, 2023

Dopo la newsletter di domenica scorsa sul rapporto tra cattolici e politica, oggi vogliamo allargare la discussione su quale sia più in generale il compito dei cristiani. Lo facciamo con la proposta di due letture. La prima è l’intervista pubblicata su La Lettura a Jean de Saint-Cheron, un giovane francese autore del libro «Chi crede non è un borghese» (Libreria Vaticana). «Se torniamo all’essenza del cristianesimo – spiega – è una evidenza assoluta che ciò che si propone ai cristiani è il combattimento per la santità, per la fede. Oggi invece prevale l’opposto. Ci si sistema, ci si accomoda nel comfort». La seconda lettura è la recensione del libro su Giuseppe Camadini, figura storica del cattolicesimo bresciano, apparsa su ilsussidiario.net. Oggi «che un mondo è finito – si legge nell’ articolo – è pensabile che ogni possibile idea ricostruttiva di una società in declino possa essere priva dell’apporto dei cattolici?»

Cristiani e appartenenza politica: cosa conta di più?
14 Maggio, 2023

Oggi e domani a Brescia si vota per eleggere sindaco e consiglio comunale. In tale occasione suggeriamo la lettura di un recente intervento di monsignor Massimo Camisasca, vescovo emerito di Reggio Emilia, a un gruppo di cattolici impegnati in politica a livelli diversi e pubblicato sulla rivista Tempi. La domanda è se per un cristiano non ci sia qualche cosa che viene prima di ogni preferenza partitica o scelta elettorale. È possibile quindi un lavoro comune tra coloro che hanno la stessa fede, anche se militano in schieramenti differenti, o l’appartenenza di partito è più importante? «Il fondamento della vostra vita non è la politica – sottolinea Camisasca -. Se la speranza fosse la politica voi sareste più miseri di tutti gli altri». Una strada forse impervia ma necessaria per non rendere irrilevante la fede. Altrimenti «quale senso avrebbe per un credente impegnarsi in politica?».

Cerca

Categorie

  • Fissiamo il Pensiero
  • I nostri incontri
  • Mese Letterario – edizioni passate
  • Parlano di noi
  • Scuola di Lettura – edizioni passate
  • Scuola di Lettura e Scrittura Creativa
  • Scuola San Benedetto – edizioni passate
  • Tutti gli articoli

Education WordPress Theme by ThimPress. Powered by WordPress.

VUOI SOSTENERCI?

Siamo una fondazione che ha scelto di finanziarsi con il libero contributo di chi ne apprezza l’attività

Voglio fare una donazione
Borgo Wührer,
119 - 25123 Brescia
info@fondazionesanbenedetto.it

Resta sempre aggiornato

Iscriviti subito alla nostra newsletter per non perderti le attività e gli eventi organizzati dalla Fondazione San Benedetto.

Iscriviti

Sito Web sviluppato da Nida's - Nati con la crisi.

Privacy Policy | Cookie Policy

Sito Web sviluppato da Nida's - Nati con la crisi.

Privacy Policy | Cookie Policy