• Chi siamo
  • Attività
  • Video
  • Archivio
  • Sostienici
  • Statuto
  • Organi
  • Contatti
Email:
info@fondazionesanbenedetto.it
Fondazione San BenedettoFondazione San Benedetto
  • Chi siamo
  • Attività
  • Video
  • Archivio
  • Sostienici
  • Statuto
  • Organi
  • Contatti

Fissiamo il Pensiero

  • Home
  • Fissiamo il Pensiero
  • L’assassino di Giulia, nel suo mondo contava solo lui

L’assassino di Giulia, nel suo mondo contava solo lui

  • Data 4 Giugno 2023

Il barman narciso voleva rincorrere la sua felicità, anche a costo di distruggere quella altrui

Non aveva una roccia di ideali o affetti cui attaccarsi. Il senso della vergogna ormai è sparito

di Renato Farina

da Libero – 2 giugno 2023

«Adesso finalmente sono libero», ha detto il barman provetto Alessandro Impagnatiello, 30 anni, all’amante e collega inglese nella bellissima location dell’hotel giusto al centro di Milano-night. Era sabato sera, ma lei ha avuto paura. Finalmente, una delle due ha avuto paura di quel sorriso professionale da ragazzino candido, che dietro il bancone lucente sa attirare le confidenze della clientela, e non ha voluto dargli retta, star sola con lui, e forse farsi ammazzare anche lei, se non quella sera, magari tra qualche mese, quando l’avesse sentita come un peso, una palla al piede.

Alessandro poco prima, aveva ucciso con due coltellate quell’altra ormai di troppo, la fidanzata convivente, Giulia Tramontano, 29 anni. Anzi Giulia erano due: c’era nella pancia di lei anche Thiago, che non è una «gravidanza interrotta senza consenso», come dice con orrore politically correct la legge, ma una creatura che tra neanche due mesi avrebbe definitivamente legato le ali alle aspirazioni di Alessandro di volare libero, nel blu dipinto di blu! In sintesi e per sommi capi. Alessandro viveva a Solaro, dieci chilometri a Nord-Ovest di Milano, a ridosso del parco delle Groane, non è un brutto posto. La sua abilità nel mescolare rum e gin, l’eleganza dei gesti e la squisitezza nel servirli lo aveva reso una stella nel suo campo, conteso dagli hotel più griffati delle metropoli lombarda, primissima fila della sua categoria. Dopo aver avuto un bimbo, ancora piccolisssimo, da una ragazza, aveva mollato entrambi per mettersi insieme a Giulia. Nel frattempo comincia la relazione con la ragazza americana. Si trova lì, con il cerino in mano, tra le sue due donne incinte. Che fare? Selezionare, scartare, tenere. Intanto fa abortire l’amante americana. Meno uno. Una catena in meno. Poi si vedrà. Finché le due si accorgono l’uno dell’altra, non è il primo caso e non sarà l’ultimo di questo tipo. La questione è il metodo per risolvere l’intrico. Per un po’ Alessandro si barcamena. Poi le due cercano di incontrarsi per un chiarimento, proprio sabato scorso. Le telecamere di sicurezza filmano Giulia che rientra a casa verso le 19. Dal suo telefono partono messaggi verso le 21 e 30. È Alessandro a inventarli per depistare. Ma Giulia è già morta. Due coltellate. Deposita il suo corpo di lei morta e quello di Thiago, ancora vivo dentro di lei, nella vasca da bagno. Versa alcol. Prova a bruciarla. Non funziona. Ci riprova. La carica sul suo Suv Volkswagen, cinquecento metri più in là, dietro una serie di quindici box, c’è un leggero avallamento, un fossatello. Getta la sua famigliola lì, ricopre il tutto con cellophane. Poi via, dall’altra. «Sono libero!». Tre assassinati. Ora si parla di un femminicidio e, uno direbbe, il bambinicidio, l’infanticidio. La prima parola va bene, queste altre non si devono usare.

Questa storia richiama quella raccontata da Giovanni Testori del Ballabio, detto “il Brianza”, abitante pressappoco dalle parti di Impagnatiello, convinto della padrona del bar di San Babila dove lavora a far soldi partecipando a orge coi ricconi. Roba di 70 anni fa. Ma il Brianza si era fatto schifo da solo, aveva smesso. Alessandro no. Cos’è cambiato? Non che i ragazzi siano più cattivi adesso, l’umanità è sempre stata quella che è, lussuria-avidità-potere, ma questa vicenda spaventevole fotografa il cortocircuito della civiltà post-cristiana. Non resiste neanche un residuo di memoria. E adulti – padri, madri, maestri – che trasmettano il fascino di una vita buona, insegnando a guardare le stelle in cielo invece che il proprio ombelico danzante, dove sono? Anzi, dove siamo?

Resta come sempre la domanda sul movente. Perché Alessandro l’ha fatto ? Scusate, ma che domande sono? Non è stato un raptus, ma una scelta di vita, come dicono i calciatori che cambiano squadra. E che crepino gli altri, quelli che impedivano a questo barman provetto di shakerare gli ingredienti giusti per il cocktail della sua felicità. Funzionano così le esistenze di successo, che gli passavano vicino, lo ringraziavano per quel pizzico di sale e la goccia di angostura, e se ne andavano rombanti in Lamborghini gialla. In animi fragili la ricetta per ascendere esagera nelle misure, la società si è fatta liquida, non c’è una roccia di ideali e affetti cui attaccarsi. Bisogna emergere, conto solo io, liberarmi da qualsiasi gioco, tenendo i piedi piantati nel mio io, io, io, io.

A me, scusate il salto, vengono in mente i versi di un poeta molisano, morto prematuramente, Brunello Mucci: «Primavera. Primavera è due vecchi che si vogliono bene». Qualcuno che insegni questa speranza! Giulia, Thiago e il secondo bambino innominato abbiano questo amore.

Tag:Brunello Mucci, Giovanni Testori, Giulia Tramontano, Renato Farina

  • Condividi
piergiorgio

Articolo precedente

Ricordando Manzoni, in guardia dalle donne Prassede di oggi
4 Giugno 2023

Prossimo articolo

Don Milani oltre i luoghi comuni
10 Giugno 2023

Ti potrebbe interessare anche

Pier Paolo Pasolini e Anna Laura Braghetti, due storie che ci parlano
8 Novembre, 2025

Pier Paolo Pasolini, di cui il 2 novembre sono stati ricordati i cinquant’anni della sua uccisione. Anna Laura Braghetti, brigatista rossa, morta giovedì a 72 anni, che fu carceriera di Aldo Moro e che nel 1980 sparò uccidendolo al vicepresidente del Csm Vittorio Bachelet. È di loro, di Pasolini e di Braghetti, che vogliamo occuparci in questa newsletter soprattutto per «fissare il pensiero» su alcuni spunti che la loro storia personale ci offre e che riteniamo significativi per noi oggi. Su Pasolini vi proponiamo un intervento del filosofo Massimo Borghesi, che lo definisce «un grande intellettuale, come pochi in Italia nel corso del Novecento» capace di interpretare con largo anticipo i cambiamenti che ora stiamo vivendo.
In particolare Borghesi si sofferma sulla posizione di Pasolini rispetto al ’68: «L’antifascismo inteso come progressismo, cioè come lotta alla reazione, per Pasolini non era più alternativa democratica, ma il modo con cui si realizzava un nuovo fascismo. Questa è l’intelligenza di Pasolini sul passaggio tra anni Sessanta e Settanta: vede nascere una nuova ideologia apparentemente progressista ma funzionale a un nuovo potere di destra». Per Borghesi Pasolini, a differenza di Marcuse, è disincantato, «capisce che il ’68 è rivolta della borghesia, non del proletariato: non trovi un operaio nella rivolta del ’68. È una rivolta degli studenti, dei figli della buona borghesia delle città. E qual è il messaggio del ’68? Un nuovo individualismo di massa. Serve ad abbandonare – contestare, distruggere – i vecchi valori cristiano-borghesi del dopoguerra, e così crea l’uomo a una dimensione: senza radici, senza legami, contro famiglia ed elementi comunitari. Favorisce un individualismo di massa egoistico e solipsistico, trionfo della società borghese allo stato puro».
Pasolini non aveva forse intravisto il mondo in cui oggi siamo immersi?  Per questo val la pena leggerlo e rileggerlo. E come Fondazione San Benedetto l’abbiamo messo più volte a tema negli incontri del Mese Letterario, già sin dalla prima edizione.
Sulla storia di Anna Laura Braghetti vi invitiamo invece a leggere l’articolo di Lucio Brunelli apparso sull’Osservatore Romano. Dopo aver ripercorso le sue tappe come terrorista, Brunelli sottolinea che poi in Braghetti maturò il pentimento: «Un pentimento graduale e autentico, quindi lancinante, consapevole del terribile male compiuto. E compiuto – questo il paradosso più drammatico di quella storia – in nome di un ideale di giustizia». Fino all’incontro in carcere con il fratello di Bachelet. «Da lui – raccontava Braghetti – ho avuto una grande energia per ricominciare, e un aiuto decisivo nel capire come e da dove potevo riprendere a vivere nel mondo e con gli altri. Ho capito di avere mancato, innanzitutto, verso la mia propria umanità, e di aver travolto per questo quella di altri. Non è stato un cammino facile».
A un convegno sul carcere organizzato dalla Caritas, qualche tempo dopo – ricorda Brunelli -, «la Braghetti incontrò il figlio di Bachelet, Giovanni. Si riconobbero e si salutarono. Giovanni le disse: “Bisogna saper riaccogliere chi ha sbagliato”. Anna Laura commentò: “Lui e i suoi familiari sono stati capaci di farlo addirittura con me. Li ho danneggiati in modo irreparabile e ne ho avuto in cambio solo del bene”». Questa la conclusione di Brunelli: «Forse sono ingenuo o forse è la vecchiaia ma ogni volta che leggo queste pagine mi commuovo nel profondo. E penso che solo un Dio, e un Dio vivo, può fare miracoli così».

Il Cristo di Manoppello e Sgarbi trafitto dalla bellezza
1 Novembre, 2025

«Nei mesi attuali di oscurantismo, immersi nell’orrore di Gaza, nella guerra in Ucraina, nell’oppressione della cronaca, anche personale, mi convinco che vi sia molto più Illuminismo cioè quella tendenza a invadere il reale di razionale – nel pellegrinaggio al Cristo di Manoppello che non nella realtà di oggi, che sembra imporci comportamenti irrazionali». Lo scrive Vittorio Sgarbi in un articolo sul settimanale «Io Donna» a proposito del Volto Santo di Manoppello, il velo che porta impressa l’immagine del volto di Gesù, custodito nella chiesa di un piccolo paese in provincia di Pescara. Una reliquia di origine misteriosa di fronte alla quale passa in secondo piano se sia l’impronta di un volto o un’immagine dipinta. Per Sgarbi «quel volto è il volto di Cristo anche se non è l’impronta del suo volto, perché è ciò che la nostra mente sente essere vero, non la verità oggettiva di quella cosa». Si dice trafitto dalla «sua bellezza, che splende più della sua verità, cioè della sua vera o presunta corrispondenza al volto del vero Gesù, “veramente” risorto». Ecco oggi l’esperienza di cui più la nostra vita ha bisogno è proprio questo essere feriti dal desiderio della bellezza. Solo questa esperienza può mobilitare ragione, intelligenza e volontà a prendere sul serio la nostra sete di infinito, spingendo a non accontentarsi di false risposte tanto comode quanto illusorie. E si può solo essere grati che a ricordarcelo sia un inquieto e un irregolare come Sgarbi.

Il lunapark delle distrazioni e la via del cuore di Susanna Tamaro
25 Ottobre, 2025

È un tema scomodo quello che affronta Susanna Tamaro nel suo ultimo libro «La via del cuore». Parla della nostra trasformazione, della crisi della nostra umanità, di un processo in atto che ci riguarda nel profondo. Nella newsletter di questa settimana vi segnaliamo la lettura dell’articolo che la stessa Tamaro ha scritto per il Corriere della Sera in occasione dell’uscita del libro. Cita Romano Guardini che più di sessant’anni fa parlava di un «potere in grado di penetrare nell’atomo umano, nell’individuo, nella personalità attraverso il cosiddetto “lavaggio del cervello”, facendogli cambiare contro la sua volontà la maniera in cui vede sé e il mondo, le misure in cui misura il bene e il male». È quanto sta avvenendo oggi in modo accelerato con «l’irrompere nella nostra vita dello smartphone e dei social», con conseguenze molto gravi soprattutto per i bambini. «Veniamo continuamente spinti a inseguire la nostra felicità – scrive Susanna Tamaro -, dove la felicità altro non è che il soddisfare ogni nostro più bizzarro desiderio perché non c’è alcuna legge nel mondo, nessun ordine al di fuori dei diritti del nostro ego». Siamo immersi in un «lunapark di distrazioni» che al fondo è segnato da un «odio per la vita» che non è più «un dono, una grazia, un’imprevedibile avventura, ma un peso angoscioso di cui liberarsi». La postura dell’uomo contemporaneo, come sosteneva Hannah Arendt, diventa così il risentimento. Eppure si può invertire la rotta. «Abbiamo sostituito il cuore di carne con un cuore di pietra – conclude Tamaro – e la situazione di limite in cui ci troviamo ci parla proprio della necessità di invertire la rotta, di essere in grado nuovamente di percepire le due vie che appartengono alla nostra natura (la via del bene e la via del male) e di essere consapevoli che la nostra umanità si realizza in pienezza soltanto nella capacità di discernimento. Il bene, seppure con tempi misteriosi, genera altro bene, mentre il male è in grado soltanto di provocare ottusamente altro male».  

Cerca

Categorie

  • Fissiamo il Pensiero
  • I nostri incontri
    • I nostri incontri – 2015
    • I nostri incontri – 2016
    • I nostri incontri – 2017
    • I nostri incontri – 2018
    • I nostri incontri – 2019
    • I nostri incontri – 2021
    • I nostri incontri – 2022
    • I nostri incontri – 2023
    • I nostri incontri – 2024
    • I nostri incontri – 2025
  • Mese Letterario
    • 2010 – I Edizione
    • 2011 – II Edizione
    • 2012 – III Edizione
    • 2013 – IV Edizione
    • 2014 – V Edizione
    • 2015 – VI Edizione
    • 2016 – VII Edizione
    • 2017 – VIII Edizione
    • 2018 – IX Edizione
    • 2019 – X Edizione
    • 2021 – XI Edizione
    • 2023 – XIII Edizione
    • 2024 – XIV Edizione
    • 2025 – XV Edizione
  • Scuola San Benedetto – edizioni passate
  • Tutti gli articoli

Education WordPress Theme by ThimPress. Powered by WordPress.

VUOI SOSTENERCI?

Siamo una fondazione che ha scelto di finanziarsi con il libero contributo di chi ne apprezza l’attività

Voglio fare una donazione
Borgo Wührer, 119 - 25123 Brescia
info@fondazionesanbenedetto.it

Resta sempre aggiornato

Iscriviti subito alla nostra newsletter per non perderti le attività e gli eventi organizzati dalla Fondazione San Benedetto.

Iscriviti

Sito Web sviluppato da Nida's - Nati con la crisi.

Copyright © Fondazione San Benedetto Educazione e Sviluppo

Mappa del sito | Privacy Policy | Cookie Policy

Sito Web sviluppato da Nida's - Nati con la crisi.

Privacy Policy | Cookie Policy