• Chi siamo
  • Attività
  • Video
  • Archivio
  • Sostienici
  • Statuto
  • Organi
  • Contatti
Email:
[email protected]
Fondazione San BenedettoFondazione San Benedetto
  • Chi siamo
  • Attività
  • Video
  • Archivio
  • Sostienici
  • Statuto
  • Organi
  • Contatti

Fissiamo il Pensiero

  • Home
  • Fissiamo il Pensiero
  • Quella croce che non vuole scomparire

Quella croce che non vuole scomparire

  • Data 10 Settembre 2023

di Renato Farina 

da Libero – 6 settembre 2023

https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/36811314/brandizzo-croce-simbolo-tagedia-non-intende-sparire.html

 

Non so cosa le sta saltando in mente. Ma la Croce continua a non riuscire a stare in pace sotto i sassi e tra i binari della massicciata dove una locomotiva ha travolto a Brandizzo (Vercelli) cinque operai prima dell’alba di giovedì 31 agosto. Ci parla. Non risulta che di solito dica cose diverse dalla speranza, pur essendo il segno di una morte atroce. Così, dopo essersi fatta sentire dalle parti di quei binari già due volte, ieri si è fatta udire ancora. E il merito è di una straziante, luminosa intervista di Giusi Fasano a Massimo Laganà, muratore, padre del più giovane delle vittime, che si chiamava Kevin e aveva 22 anni. Dice quest’uomo che non sa neppure lui come si regga in piedi, ma ora sta attaccato a un ciondolo che non è un ciondolo, ma qualcosa di più. Si può dire che è una reliquia?

Racconta: «C’è voluto qualche giorno prima di trovare la forza di andare in quella stazione. Sono arrivato, ho visto tutto quel bianco… Ogni chiazza bianca un resto umano… Ce n’erano così tante che mi mancava il respiro. Ho messo i piedi dove mio figlio li aveva messi quella sera». Ed ecco qualcosa di piccolissimo appare smosso dal forcone. «Il ciondolo d’argento della catenina che avevo regalato a Kevin. È una croce. L’ho trovata lì, accanto ai binari». ( Corriere della sera, 5 settembre, prima pagina, titolo: “La sua croce sui binari”). Chiede la cronista: qual è la prima cosa che ricorda di suo figlio? «La bontà». Perché lui, allora?

Mezz’ora prima di quel siluro di ferro che ne ha frantumato il corpo aveva mandato al papà un messaggio via Tik Tok: «Papà ti amo». Perché uno così a brandelli tra le traversine? Racconta il signor Massimo che Kevin quella sera, prima di uscire per aggiustare i binari, era in pensiero per Michael: «Papà, mi sembra un po’ depresso». Avevano deciso di invitarlo a cena. C’è bisogno di un altro perché? Sì: perché? Perché proprio lui, uno di cui il mondo ha bisogno per vivere ancora?

Michael Zanera, 34 anni – ricordo – la notte precedente la morte di tutti loro aveva inviato su Tik Tok una fotografia con una croce lucente che balza su dalle fiamme e queste parole: «È la prima volta che mi succede, mentre saldo la rotaia mi è uscito un crocifisso. Dio mi vuole dire qualcosa sicuramente nonostante lo richiamo tutti i giorni ultimamente perché non è un bel periodo per me». Perché Michael? Un segno luminoso a dire qualcosa? Non è che attraverso di lui parlava a tutti noi?

Giusi Fasano aveva raccolto anche la testimonianza della mamma di Michael, Rosalba Faraci, di 61 anni: «Io non giudico nessuno, tantomeno lui (il caposquadra, oggi indagato per il disastro, ndr). È un lavoratore, era lì per dare da mangiare ai suoi figli e immagino che oggi sia un uomo morto dentro. Non mi permetto di buttargli la croce addosso. Spero che si vorrà guardare a tutto il sistema della sicurezza, anche più in alto di lui. Spero che il sacrificio di mio figlio e degli altri almeno non sia stato invano, che le cose possano migliorare perché nessun altro muoia mai più come loro». Dice anche lei “croce”. La croce non la si deve buttare addosso a nessuno. Ma essa ci parla. E ci ha parlato in Rosa, in Massimo, e prima in Kevin e Michael. Fantasia? E chi se non quel Nazareno, inchiodato a suo tempo ai legni del Calvario, e poi appeso a quella luce bianchissima nell’incandescenza dei binari, quindi al ciondolo d’argento regalato da un papà, e poi risorto dentro la testimonianza di una madre e di un padre in lutto ma carichi di amore e pietà?

C’è un romanzo, capolavoro del Novecento. Autore Thornton Wilder, vincitore di tre premi Pulitzer. S’intitola “Il ponte di San Luis Rey” (1927). Il ponte di corde e vimini che da secoli consentiva il passaggio dei viandanti sul percorso da Cuzco a Lima si spezza il 20 luglio del 1714. Fra’ Ginepro vede davanti a sé cinque persone cadere e appaiono ai suoi occhi formiche gesticolanti. Lui è stato risparmiato. Perché loro? Indaga sulla storia di queste persone. Per sei anni raccoglie aneddoti, ricordi, lettere. La domanda delle domande: chi erano quei cinque e perché si trovarono proprio lì? Sull’orlo dell’eresia crede di poter rispondere. Non è una cattiva risposta. C’era molta bontà in loro.

Tag:croce Brandizzo, Renato Farina, Thornton Wilder

  • Condividi
piergiorgio

Articolo precedente

L’appiattimento del mondo ci ha distrutti, perché mi interessa CL
10 Settembre 2023

Prossimo articolo

Perché piace tanto Tolkien
18 Settembre 2023

Ti potrebbe interessare anche

Habemus Papam
10 Maggio, 2025

L’elezione di papa Leone XIV è stata senza dubbio una sorpresa. Spiazzante e, quindi, salutare. Previsioni e congetture si sono dissolte in un attimo come neve al sole. Perciò in …

Un’amicizia imprevedibile
3 Maggio, 2025

In attesa del Conclave che dovrà eleggere il nuovo papa, nella newsletter di questa settimana ci soffermiamo ancora sulla figura di papa Francesco proponendovi la testimonianza di due giovani siciliani, Giuseppe e Claudia, oggi marito e moglie, che l’hanno conosciuto in un frangente molto complicato della loro vita. La riprendiamo dall’articolo, pubblicato sul sito del movimento di Comunione e Liberazione, che vi invitiamo a leggere. È la storia di un’amicizia imprevedibile, una testimonianza che parla da sola per la sua semplicità e per la straordinaria intensità di vita che comunica.  

«Non addomesticate le vostre inquietudini», ricordando Francesco
26 Aprile, 2025

«La parola letteraria è come una spina nel cuore che muove alla contemplazione e ti mette in cammino». Questa settimana apriamo la nostra newsletter domenicale con queste parole di papa Francesco tratte dalla sua lettera ai poeti, pubblicata l’anno scorso, di cui vi proponiamo la lettura. Fra i tanti testi possibili abbiamo scelto questa lettera per esprimere la nostra gratitudine per ciò che questo Papa è stato. Le sue sono parole che vanno dirette al cuore. La poesia e la letteratura diventano un aiuto formidabile «a capire me stesso, il mondo, ma anche ad approfondire il cuore umano». Fanno emergere un’esperienza «debordante», che spinge ad andare «oltre i bordi chiusi», a non addomesticare le inquietudini. «Raccogliete gli inquieti desideri che abitano il cuore dell’uomo – scrive ai poeti -, perché non si raffreddino e non si spengano». Allo stesso modo c’è l’invito a non «addomesticare il volto di Cristo, mettendolo dentro una cornice e appendendolo al muro». Significa «distruggere la sua immagine».

foto rawpixel.com

Quanto scrive Francesco lo sentiamo particolarmente vicino perché esprime molto efficacemente lo spirito che ci ha sempre mosso nella proposta di un’iniziativa come il Mese Letterario. Come abbiamo sottolineato non si tratta di un’attività culturale o di divulgazione, né tantomeno è una forma di intrattenimento. Nel suo piccolo per tante persone è stata invece un’occasione per riscoprire la ricchezza umana che la letteratura può offrire oltre al valore della lettura come atto di libertà. In alcuni grandi scrittori e poeti abbiamo trovato quel fuoco che è alimentato dalle domande fondamentali sull’esistenza e da un desiderio di verità, di giustizia, di bellezza che non accetta di adeguarsi a qualche sistemazione accomodante. Tra parantesi ricordiamo che giovedì 8 maggio prenderà il via la quindicesima edizione del Mese Letterario. Per chi non si fosse ancora iscritto è possibile farlo a questo link dove trovate anche il programma degli incontri. 
Tornando a papa Francesco, in questi giorni sono stati pubblicati parecchi articoli, alcuni davvero interessanti, sulla sua figura e sul suo pontificato. Qui vogliamo semplicemente segnalarvi un breve ricordo scritto dal cardinale Angelo Scola sul Corriere. «In questi giorni — più che interessarmi di analisi e bilanci del papato di Francesco, in ogni caso troppo prematuri — la domanda che si è aperta in me – osserva Scola – è stata: quale richiamo il Padre Eterno ha suggerito alla mia vita e per la mia conversione attraverso papa Francesco?». Ecco questa domanda descrive, prima di ogni analisi o considerazione, la posizione più vera per vivere questi giorni.      

Cerca

Categorie

  • Fissiamo il Pensiero
  • I nostri incontri
    • I nostri incontri – 2015
    • I nostri incontri – 2016
    • I nostri incontri – 2017
    • I nostri incontri – 2018
    • I nostri incontri – 2019
    • I nostri incontri – 2021
    • I nostri incontri – 2022
    • I nostri incontri – 2023
    • I nostri incontri – 2024
    • I nostri incontri – 2025
  • Mese Letterario
    • 2010 – I Edizione
    • 2011 – II Edizione
    • 2012 – III Edizione
    • 2013 – IV Edizione
    • 2014 – V Edizione
    • 2015 – VI Edizione
    • 2016 – VII Edizione
    • 2017 – VIII Edizione
    • 2018 – IX Edizione
    • 2019 – X Edizione
    • 2021 – XI Edizione
    • 2023 – XIII Edizione
    • 2024 – XIV edizione
  • Scuola San Benedetto – edizioni passate
  • Tutti gli articoli

Education WordPress Theme by ThimPress. Powered by WordPress.

VUOI SOSTENERCI?

Siamo una fondazione che ha scelto di finanziarsi con il libero contributo di chi ne apprezza l’attività

Voglio fare una donazione
Borgo Wührer, 119 - 25123 Brescia
[email protected]

Resta sempre aggiornato

Iscriviti subito alla nostra newsletter per non perderti le attività e gli eventi organizzati dalla Fondazione San Benedetto.

Iscriviti

Sito Web sviluppato da Nida's - Nati con la crisi.

Copyright © Fondazione San Benedetto Educazione e Sviluppo

Mappa del sito | Privacy Policy | Cookie Policy

Sito Web sviluppato da Nida's - Nati con la crisi.

Privacy Policy | Cookie Policy