• Chi siamo
  • Attività
  • Video
  • Archivio
  • Sostienici
  • Statuto
  • Organi
  • Contatti
Email:
info@fondazionesanbenedetto.it
Fondazione San BenedettoFondazione San Benedetto
  • Chi siamo
  • Attività
  • Video
  • Archivio
  • Sostienici
  • Statuto
  • Organi
  • Contatti

Fissiamo il Pensiero

  • Home
  • Fissiamo il Pensiero
  • Il Cristo di Manoppello e Sgarbi trafitto dalla bellezza

Il Cristo di Manoppello e Sgarbi trafitto dalla bellezza

  • Data 1 Novembre 2025

«Nei mesi attuali di oscurantismo, immersi nell’orrore di Gaza, nella guerra in Ucraina, nell’oppressione della cronaca, anche personale, mi convinco che vi sia molto più Illuminismo cioè quella tendenza a invadere il reale di razionale – nel pellegrinaggio al Cristo di Manoppello che non nella realtà di oggi, che sembra imporci comportamenti irrazionali». Lo scrive Vittorio Sgarbi in un articolo sul settimanale «Io Donna» a proposito del Volto Santo di Manoppello, il velo che porta impressa l’immagine del volto di Gesù, custodito nella chiesa di un piccolo paese in provincia di Pescara.

L’immagine del Volto Santo di Manoppello

Una reliquia di origine misteriosa di fronte alla quale passa in secondo piano se sia l’impronta di un volto o un’immagine dipinta. Per Sgarbi «quel volto è il volto di Cristo anche se non è l’impronta del suo volto, perché è ciò che la nostra mente sente essere vero, non la verità oggettiva di quella cosa». Si dice trafitto dalla «sua bellezza, che splende più della sua verità, cioè della sua vera o presunta corrispondenza al volto del vero Gesù, “veramente” risorto». Ecco oggi l’esperienza di cui più la nostra vita ha bisogno è proprio questo essere feriti dal desiderio della bellezza. Solo questa esperienza può mobilitare ragione, intelligenza e volontà a prendere sul serio la nostra sete di infinito, spingendo a non accontentarsi di false risposte tanto comode quanto illusorie. E si può solo essere grati che a ricordarcelo sia un inquieto e un irregolare come Sgarbi.

Online il video dell’incontro con Andrea Tornielli, «Da Francesco a Leone, le nuove sfide per la Chiesa» 

È online sul nostro canale Youtube (qui il link) il video dell’incontro promosso dalla Fondazione San Benedetto con Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, sul tema «Da Papa Francesco a Papa Leone, le nuove sfide per la Chiesa».

Dove va a finire lo Stato sociale, incontro a Brescia il 24 novembre

Lunedì 24 novembre alle 18 a Brescia in via San Martino 18 (palazzo Martinengo – Sala del camino), su iniziativa della Fondazione San Benedetto e della Fondazione per la Sussidiarietà si terrà l’incontro sul tema «Dove va a finire lo Stato sociale». L’iniziativa è stata promossa, in collaborazione con il Comune di Brescia, in occasione della pubblicazione del rapporto «Sussidiarietà e welfare territoriale» che sarà illustrato dal professor Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. Introdotti dal presidente della Fondazione San Benedetto Graziano Tarantini, interverranno al dibattito che seguirà Laura Castelletti, sindaca di Brescia, Mario Mistretta, presidente della Fondazione Comunità Bresciana, Giuseppe Pasini, presidente del Gruppo Feralpi, e il professor Claudio Teodori del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Brescia. In quale stato di salute versa il nostro sistema di welfare? Sta assolvendo adeguatamente alla sua funzione universalista? Come sta incidendo sull’andamento della povertà e delle disuguaglianze? Sta svolgendo l’altro suo importante compito, quello di essere motore di sviluppo? Queste le domande principali che hanno guidato la ricerca.
La partecipazione all’incontro è aperta a tutti sino a esaurimento posti.


Perché la Bellezza salverà il mondo

Il Volto Santo di Manoppello – reliquia di autore anonimo e fra le più venerate d’Italia – sprigiona una forza che, in questa epoca di guerre e oscurantismo, tocca nel profondo. E costringe ad arrendersi al suo misterioso potere

Ho sempre avuto grande considerazione per il volto del Cristo di Manoppello, in provincia di Pescara. Questo Cristo era stato nascosto da un viandante nel 1506 presso il convento dei Cappuccini, sul quale poi è sorta la basilica attuale, di gusto abruzzese. Il volto è stato restituito alla comunità dal barone Pardi, che lo ha riscoperto e lo ha fatto diventare meta di un pellegrinaggio, dandogli la giusta luce. Ne ho parlato in questa rubrica alcuni anni fa, ma nei mesi attuali di oscurantismo, immersi nell’orrore di Gaza, nella guerra in Ucraina, nell’oppressione della cronaca, anche personale, mi convinco che vi sia molto più Illuminismo cioè quella tendenza a invadere il reale di razionale – nel pellegrinaggio al Cristo di Manoppello che non nella realtà di oggi, che sembra imporci comportamenti irrazionali. È onorevole e ragionevole andare a cercare, in una chiesa, questo volto di Cristo dalla misteriosa origine, perché in quel mistero c’è una luce della ragione che, senza bisogno di spiegazioni né di appelli, ma solo in forza della propria forza iconica, fa diventare questo un luogo di pellegrinaggio.

È una reliquia tra le più venerate e importanti che abbiamo in Italia, venerata dai fedeli per la forza abbagliante del volto, che è quello di un Cristo non più patiens, ma risorto. Il velo è fatto di bisso marino, un tessuto che cambia colore e aspetto a seconda dell’illuminazione, rendendo il viso quasi trasparente alla luce diretta e visibile solo controluce. L’immagine è visibile sia frontalmente sia posteriormente e, a tutta evidenza, è sovrapponibile all’immagine della Sindone.

Questo volto è di gran lunga più importante del luogo che lo contiene, perché il santuario in sé non è, sul piano architettonico, particolarmente notevole, ma è notevole lo sforzo mentale, basato sull’evidenza della finzione. Chiaramente quell’immagine di bisso marino è dipinta, ma occorre pensare che sia nata “da sé stessa”, come se non fosse dipinta da mano umana. In questo senso dicevo che l’origine di questa “reliquia” è misteriosa e numinosa. Farei fatica a immaginarla più antica del 1490, per dire una data possibile, o del 1506. E faccio un po’ fatica a pensare che sia l’impronta di un volto, quando la sua tecnica e la sua fattura mi indicano un’epoca diversa, cosa che vale anche per la Sindone. Ma questo non conta: la Sindone è il corpo di Cristo anche se non è il corpo di Cristo, e quel volto è il volto di Cristo anche se non è l’impronta del suo volto, perché è ciò che la nostra mente sente essere vero, non la verità oggettiva di quella cosa.

L’immagine più simile al volto del Cristo di Manoppello è il Salvator Mundi, il Cristo benedicente della National Gallery di Antonello da Messina, uno dei capolavori del Rinascimento. E già questo mi pare un miracolo, un’apparizione. Gianni Vattimo usava la formula “credo di credere”. Io non so credere. Ho spesso fatto questa obiezione: le apparizioni di Maria, a Lourdes come a Fatima come a Medjugorje, accadono a pastorelli e contadini. La Madonna non appare mai a Umberto Eco, Massimo Cacciari, Albert Einstein. Ma la contro-obiezione è che, se ciò accadesse, o fosse accaduto, loro probabilmente non ci avrebbero creduto comunque. E comunque la ragione in loro colma, forse, ogni desiderio.

Ma io continuo a vedere il volto di Manoppello, e vi torno quando posso. Mi tocca e trafigge la sua bellezza, che splende più della sua verità, cioè della sua vera o presunta corrispondenza al volto del vero Gesù, “veramente” risorto. Mi accosto a essa come mi accosto al Cristo risorto di Piero della Francesca, la cui verità, nella bellezza, oltrepassa ogni verità di natura documentale. E anche questa immagine ha compiuto un miracolo. Nella fase finale della Seconda Guerra Mondiale, il generale inglese Anthony Clarke interruppe il bombardamento della città di Sansepolcro, in provincia di Arezzo, ricordandosi che custodiva l’opera mirabile di Piero, e ricordando l’ammirazione che lo scrittore Aldous Huxley nutriva per essa. Dunque un doppio miracolo, generato dall’arte e dalla Letteratura: un affresco e un libro salvarono la vita di migliaia di persone.

Si può non credere ai fatti, ma si può essere travolti dalla bellezza delle immagini di Piero, di Antonello, di un anonimo. E scrivendo, ora, qui, mi rendo conto che la bellezza potrebbe salvare il mondo, perché è più potente della verità.

Tag:bellezza, verità, Vittorio Sgarbi, Volto Santo di Manoppello

  • Condividi
piergiorgio

Articolo precedente

Dove va a finire lo Stato sociale, incontro a Brescia il 24 novembre
1 Novembre 2025

Ti potrebbe interessare anche

Il lunapark delle distrazioni e la via del cuore di Susanna Tamaro
25 Ottobre, 2025

È un tema scomodo quello che affronta Susanna Tamaro nel suo ultimo libro «La via del cuore». Parla della nostra trasformazione, della crisi della nostra umanità, di un processo in atto che ci riguarda nel profondo. Nella newsletter di questa settimana vi segnaliamo la lettura dell’articolo che la stessa Tamaro ha scritto per il Corriere della Sera in occasione dell’uscita del libro. Cita Romano Guardini che più di sessant’anni fa parlava di un «potere in grado di penetrare nell’atomo umano, nell’individuo, nella personalità attraverso il cosiddetto “lavaggio del cervello”, facendogli cambiare contro la sua volontà la maniera in cui vede sé e il mondo, le misure in cui misura il bene e il male». È quanto sta avvenendo oggi in modo accelerato con «l’irrompere nella nostra vita dello smartphone e dei social», con conseguenze molto gravi soprattutto per i bambini. «Veniamo continuamente spinti a inseguire la nostra felicità – scrive Susanna Tamaro -, dove la felicità altro non è che il soddisfare ogni nostro più bizzarro desiderio perché non c’è alcuna legge nel mondo, nessun ordine al di fuori dei diritti del nostro ego». Siamo immersi in un «lunapark di distrazioni» che al fondo è segnato da un «odio per la vita» che non è più «un dono, una grazia, un’imprevedibile avventura, ma un peso angoscioso di cui liberarsi». La postura dell’uomo contemporaneo, come sosteneva Hannah Arendt, diventa così il risentimento. Eppure si può invertire la rotta. «Abbiamo sostituito il cuore di carne con un cuore di pietra – conclude Tamaro – e la situazione di limite in cui ci troviamo ci parla proprio della necessità di invertire la rotta, di essere in grado nuovamente di percepire le due vie che appartengono alla nostra natura (la via del bene e la via del male) e di essere consapevoli che la nostra umanità si realizza in pienezza soltanto nella capacità di discernimento. Il bene, seppure con tempi misteriosi, genera altro bene, mentre il male è in grado soltanto di provocare ottusamente altro male».  

L’onda della realtà e il desiderio, conversazione con Recalcati
18 Ottobre, 2025

Questa settimana abbiamo scelto come proposta di lettura una conversazione con lo psicoanalista Massimo Recalcati pubblicata nei giorni scorsi sul Sole 24 Ore dopo l’uscita del suo ultimo libro, “La luce e l’onda. Cosa significa insegnare” (Einaudi). Dei numerosi spunti che offre ne segnaliamo in particolare due particolarmente interessanti. Il primo riguarda l’insegnamento. Oggi la scuola è ridotta ad «asilo sociale o ad azienda che dispensa informazioni». Per Recalcati occorre «cambiare passo», ritrovare la figura del maestro che spinge il bambino nell’impatto con l’onda della realtà. Il secondo spunto è il desiderio come fuoco che rende viva la nostra vita. «Il desiderio – sottolinea Recalcati – è una potenza che allarga l’orizzonte della nostra vita. In fondo non è tanto importante avere una vita lunga. Importante è piuttosto avere una vita ricca, ampia, larga, una vita animata, scossa, resa più viva, dal desiderio. Il desiderio è il contrario del discontinuo, della rincorsa affannosa di quello che illusoriamente ci farebbe felici. È una nostra vocazione. Il desiderio emerge così, come una nostra inclinazione singolare, un nostro talento».

«Dilexi te», amare i poveri per riscoprirsi amati da Cristo
11 Ottobre, 2025

Il 9 ottobre è stata pubblicata l’esortazione apostolica «Dilexi te», il primo documento a firma di Papa Leone XIV. È dedicata all’amore verso i poveri. Un documento da leggere che segna questo inizio del suo pontificato e che si pone in continuità con l’ultima enciclica di Papa Francesco pubblicata un anno fa con il titolo «Dilexit nos», sul Sacro Cuore di Gesù. In questo modo si vuole sottolineare come l’esperienza dell’amore di Cristo e la concretezza della cura della Chiesa verso i poveri siano inscindibili. Non sono separabili, non c’è l’una senza l’altra. Tutti temi che non sono certo sotto i radar dell’informazione o delle cronache abituali, e che per molti aspetti possono spiazzare. Il Papa arriva addirittura a definire la cura per i poveri «il nucleo incandescente della missione ecclesiale». Non ne tratta in termini sociologici. Precisa subito che «non siamo nell’orizzonte della beneficenza, ma della Rivelazione». In un commento sull’Osservatore Romano, che vi invitiamo a leggere, Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, scrive che «la centralità dell’amore ai poveri è nel cuore del Vangelo stesso e non può dunque essere derubricata a “pallino” di alcuni Pontefici o di determinate correnti teologiche, né può essere presentata come una conseguenza sociale e umanitaria estrinseca alla fede cristiana e al suo annuncio». Anche di questo avremo modo di parlare direttamente con lo stesso Tornielli che sarà a Brescia il prossimo 24 ottobre su invito della Fondazione San Benedetto.

Cerca

Categorie

  • Fissiamo il Pensiero
  • I nostri incontri
    • I nostri incontri – 2015
    • I nostri incontri – 2016
    • I nostri incontri – 2017
    • I nostri incontri – 2018
    • I nostri incontri – 2019
    • I nostri incontri – 2021
    • I nostri incontri – 2022
    • I nostri incontri – 2023
    • I nostri incontri – 2024
    • I nostri incontri – 2025
  • Mese Letterario
    • 2010 – I Edizione
    • 2011 – II Edizione
    • 2012 – III Edizione
    • 2013 – IV Edizione
    • 2014 – V Edizione
    • 2015 – VI Edizione
    • 2016 – VII Edizione
    • 2017 – VIII Edizione
    • 2018 – IX Edizione
    • 2019 – X Edizione
    • 2021 – XI Edizione
    • 2023 – XIII Edizione
    • 2024 – XIV Edizione
    • 2025 – XV Edizione
  • Scuola San Benedetto – edizioni passate
  • Tutti gli articoli

Education WordPress Theme by ThimPress. Powered by WordPress.

VUOI SOSTENERCI?

Siamo una fondazione che ha scelto di finanziarsi con il libero contributo di chi ne apprezza l’attività

Voglio fare una donazione
Borgo Wührer, 119 - 25123 Brescia
info@fondazionesanbenedetto.it

Resta sempre aggiornato

Iscriviti subito alla nostra newsletter per non perderti le attività e gli eventi organizzati dalla Fondazione San Benedetto.

Iscriviti

Sito Web sviluppato da Nida's - Nati con la crisi.

Copyright © Fondazione San Benedetto Educazione e Sviluppo

Mappa del sito | Privacy Policy | Cookie Policy

Sito Web sviluppato da Nida's - Nati con la crisi.

Privacy Policy | Cookie Policy