La gran madre deve risorgere
(Da Avvenire di Marina Corradi)
Alle otto la gente che in tutta Europa rincasa e accende la tv si blocca davanti allo schermo, attonita: Notre-Dame brucia. Brucia davanti ai nostri occhi la straordinaria cattedrale che è il simbolo della Francia, e anche un cuore antico di questo nostro continente. Le fiamme divampano selvagge sul lato destro, divorano le travi secolari del tetto con la voluttà famelica del fuoco. Il rosso dell’incendio che si consuma e filtra dalle vetrate dei rosoni pietrificano chi, in città o molto lontano, sta a guardare.
(Da Il Foglio di Giuliano Ferrara)
Parigi. Alle sette e quaranta il tetto è crollato, senza rumore, con un passo leggero, ma tutto insieme e in un batter d’occhio, è crollato come un castello di carte, in un pomeriggio d’aprile sereno, terso, azzurro, e dopo un quarto d’ora dal ponte dell’Arcivescovado, tra la folla derelitta e incredula, tra le sirene di polizia e pompieri, ho visto sinistro e piangente il reclinarsi della flèche di Viollet-le-Duc, l’esile torre con la croce in cima, quindici minuti di un…
(Da ilsussidiario.net di Giuseppe Frangi)
“Notre Drame”, titola oggi il quotidiano della sinistra laica e intellettuale francese, Libération. È un titolo emblematico nella sua sinteticità, al punto che non ha richiesto neanche una riga di sommario. È un titolo che documenta uno sgomento imprevisto. Quel “notre” è la parola che più riecheggiava sui volti delle migliaia di persone che si erano assiepate sulle quai della Senna in un silenzio irreale…
(Da ilsussidiario.net di Giacomo Scanzi)
Non mi piacciono i simboli. Preferisco i segni. E anche in questo caso sono diffidente. Le cose che accadono hanno certo un significato (anche l’incendio di Notre-Dame), ma quando è la stupidità degli uomini a provocarle, fatico a pensare che siano a tal punto nobilitate da diventare messaggeri di chicchessia che sta fuori dalla storia.