Nelle lettere tutti i “Demoni” di Dostoevskij
In quasi mille pagine si svela l’uomo prima che diventasse scrittore: la ristampa per Aragno dei due volumi del suo epistolario, I demoni quotidiani – Lettere vol. I (1837-1867); vol. II (1868-1880) a cura di Ettore Lo Gatto (Da Il Giornale di Andrea Caterini)
Il 22 dicembre del 1849, Fëdor Dostoevskij, che allora aveva già pubblicato libri per i quali era stato salutato come il nuovo Gogol’ Povera gente, Il sosia e Le notti bianche , scrive a suo fratello Michail una delle sue lettere più commoventi: «Ci hanno portati sulla Piazza Semënov. Lì ci hanno letto la condanna a morte, ci hanno fatto baciare la croce, hanno rotto le spade al disopra delle nostre teste (…) Poi hanno messo i primi tre al palo per l’esecuzione. Ci hanno chiamati a tre a tre, così che io ero nel secondo gruppo e non mi restava da vivere un solo minuto. Finalmente è suonato l’allarme, (…) ci hanno letto che Sua Maestà Imperiale ci aveva fatto grazia della vita (…) Adesso, cambiando vita rinasco in nuova forma».