Farsi da soli, il macigno che affossa i nostri giovani
Ieri un giovane di 14 anni è stato portato in ospedale quasi in condizioni di coma etilico. Perché il desiderio di bene che c’è nel cuore dei giovani non si espande? (Da ilsussidiario.net di Silvio Cattarina)
Ieri un giovane di 14 anni è stato portato in ospedale quasi in condizioni di coma etilico dopo una serata con gli amici. Ma è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di eccessi, di gesti inconsulti e sconsiderati. Gli esempi si potrebbero moltiplicare. Spesso penso a questi poveri ragazzi — poveri nel senso che non sanno cosa fare, cosa dire, come passare il tempo, come stare e cosa fare con la ragazza, con gli amici, a scuola e che spesso si fanno conoscere per atti osceni, violenti, drammatici, in definitiva per fatti o momenti di morte — e mi chiedo quanto soffriranno, quanto penosa deve essere la loro esistenza. Sicuramente hanno un cuore grande, un’attesa infinita, come è sempre stato per ogni uomo in tutte le età e a tutte le latitudini, ma nell’età della gioventù sappiamo che il desiderio va a mille, soprattutto in quest’epoca in cui tutto sembra ingigantito. Eppure questi ragazzi non parlano, non si esprimono, non guardano, non comunicano, non sorridono, non ridono. Tutta questa vita che gli scoppia in petto perché non esce, non dilaga, non si dà, non si concede? Perché non riescono a partecipare al mondo intero quell’energia che pure alberga nel loro cuore?